Gli italiani sono tra i principali consumatori di vetro dell'Unione europea per un valore annuo procapite pari a 78,5 euro, superiore a quello dei tedeschi (75,6 euro procapite), dei francesi (64 euro), degli inglesi (58,5 euro), degli spagnoli (51,8 euro) e del valore medio dei paesi della Ue (68,8 euro). In particolare, per gli imballaggi il consumo degli italiani pari 26,4 euro procapite è più alto di quello di altri paesi dell' Ue.
Lo fa sapere Assovetro (l'associazione nazionale degli industriali del vetro) nel rilevare che nei primi dieci mesi del 2017 la produzione di Bottiglie è cresciuta dell'1,8% (rispetto allo stesso periodo del 2016) a quasi tre milioni di tonnellate (2.958.534), quella dei Vasi è aumentata del 5,6%, quella dei Flaconi del 2% e quella del Casalingo dell'1,3% "più esposta alla competizione estera", ha osservato il presidente dei produttori di vetro cavo di Assovetro Marco Ravasi. Bene anche l'export di Bottiglie con +3,9% a 242.585 tonnellate mentre - sempre su base tendenziale da gennaio ad ottobre 2017 - in flessione i Flaconi (-2,5%) e il Casalingo (-3%). L'importazione è calata per Bottiglie (-6,9%) e Flaconi (-13% mentre è aumentata per Vasi (+5,4%) e Casalingo (+8,6%).
In 10 anni, ha detto Ravasi, sono state ridotte le emissioni di ossido di azoto (-20%), di zolfo (-9%) e delle Polveri (-50%); è aumentato del 62% il rottame in sostituzione delle materie prime vergini ed è stato ridotto del 30% lo spessore dei contenitori.
Guardando al bilancio socio-economico, l'industria italiana del vetro occupa circa 20mila lavoratori, produce un fatturato di 1,5 miliardi di euro, "l'1 per mille del Pil", ha osservato Ravasi aggiungendo che la media degli investimenti annuali si aggira intorno ai 90 milioni e il contributo fiscale è di circa 170 milioni. Il 71,4% è stato il tasso di riciclo nel 2016 (+1,6%). Assovetro rileva che l'approvvigionamento di materie prime e rottami è per l'81% di provenienza nazionale; l'88% è la quantità di contenitori in vetro venduta al mercato interno.
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