''Non bastano le rassicurazioni'' di
un funzionario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha
definito "non corrette" le notizie relative alla possibile
penalizzazione in sede Onu di prodotti alimentari tipici
italiani. Così Federalimentare, in una nota, che ribadisce
''l'allarme contro tassazione e etichette discriminanti". Del
resto, per l'industria alimentare italiana, ''la definizione di
"cibo non salutare" dell'Oms è del tutto arbitraria. I "profili
nutrizionali" non hanno alcun fondamento scientifico: nel 2016
il Parlamento Europeo li ha bocciati per ben due volte a larga
maggioranza, il 12 aprile e il 7 luglio. Per "poco salutari"
l'Oms intende i prodotti che hanno determinate quantità di sali,
grassi e zuccheri, a prescindere dagli altri ingredienti. A
farne le spese - lamenta Federalimentare - sono tutti i
prodotti più tipici del made in Italy, alimenti che il mondo ci
invidia''. ''A creare questo dissesto in quello che è
considerato tra i più equilibrati stili di alimentazione, la
Dieta Mediterranea - protesta Aicig, l'associazione che
rappresenta 67 realtà consortili relative a denominazioni
agroalimentari italiane - è la proposta dell'Oms volta a
disincentivare i consumi di prodotti caseari, salumi ed olio''.
Aicig si dichiara ''fermamente contraria'' alla proposta Oms.
"Per avere benefici dai nostri prodotti della tradizione e
alimentarsi con equilibrio - sottolinea il Presidente di Aicig
Cesare Baldrighi - occorre seguire tre regole basilari, ovvero
mangiare le quantità ideali per il proprio organismo in rapporto
all'età, all'altezza, al lavoro svolto, poi variare la dieta e
fare movimento. Se si rispettano queste tre regole, rispettiamo
la nostra salute e la cultura del cibo italiano".
Per Federalimentare ''l'educazione del consumatore è ben più
efficace - sottolineano - della criminalizzazione di certi
prodotti e le aziende italiane sono pronte a fare la propria
parte attraverso la trasparenza delle etichette e
un'autoregolamentazione del marketing verso i bambini che a
livello europeo sta dando risultati molto importanti. Misure di
distorsione del mercato come la tassazione o etichette
discriminanti non fanno altro che deprimere l'economia
attraverso la riduzione del gettito fiscale e dei posti di
lavoro''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA