Produrre un Gin che sia interamente
frutto del territorio, del quale si possa seguire l'intera
filiera produttiva, utilizzando solo ingredienti freschi,
botaniche selezionate e coltivate sul posto, dallo stesso
produttore. Queste le regole adottate da Franco Cavallero per
produrre Gin ad Asti e aggiungere il distillato di bacche di
ginepro alla produzione vinicola.
Cavallero, ha raccontato nel corso della presentazione del
prodotto a Milano, ha cominciato con tremila metri quadrati di
appezzamenti per coltivare le botaniche più adatte a poter
caratterizzare il suo Gin, fino ad arrivare a quattro ettari,
aumentando di pari passo anche le specie di piante coltivate. Le
varietà sono passate da venti a trentacinque tipi cui si sono
aggiunte piante officinali dalle caratteristiche terapeutiche o
aromatiche messe a dimora in un campo sperimentale. I gin
prodotti sono l'Evra, il Gadan e il Blagheur. L'80% per cento
della produzione finisce sui mercati esteri con gli asiatici che
la fanno da padrone.
Le variabili fondamentali nella produzione sono il
territorio, l'altitudine, l'esposizione e il terreno. Il "Gin
Agricolo" è un Gin con una ricetta unica, basata sull'utilizzo
di varietà e quantità specifiche di componenti, interamente
provenienti dal Piemonte e utilizzate fresche.
L'Italia vanta una lunga tradizione di distillati al ginepro,
arbusto tipico della fascia mediterranea dall'aroma balsamico e
pungente e i più antichi "gin italiani" appartengono alla
tradizione piemontese e trentina, come si evince dai vecchi
manuali di liquoristica di fine '800 di Antonio Rossi e Luigi
Sala.
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