"Un sistema decisionale basato sulla
conoscenza e una ricerca di qualità, coerente con le sfide
globali, dal cambiamento climatico alle nuove tecnologie, ma
calibrata sui fabbisogni nazionali e finalizzata a consolidare
sempre più il Made in Italy agroalimentare: ecco la strategia di
un'agricoltura italiana che sa rinnovarsi, mantenendo la propria
identità e incrementando la sua competitività". Così Salvatore
Parlato, presidente del Crea (Consiglio per la ricerca in
agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), ha delineato il
piano di ricerca dell'Ente, vigilato dal Ministero delle
politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Tra gli
interventi, anche quello del sottosegretario di Stato Alessandra
Pesce, che ha detto: ''il Crea è una eccellenza, ora dobbiamo
trovare il sistema affinché la ricerca pubblica abbia ricadute
immediate per la filiera agricola''. Per il ministro Centinaio
la ricerca ''è un motore di sviluppo culturale, tecnologico ed
economico fondamentale nella vita di un Paese, e l'agricoltura è
sempre più tecnologica. Ricerca e innovazione a volte sono
parole un po' abusate, ma gli altri Stati quando parlano del
comparto primario parlano di agricoltura 4.0, droni, scienza. Il
Crea deve avere, oltre alla ricerca, un ruolo sempre più di
servizio per un settore che sempre di più deve essere al passo
coi tempi. Sono convinto che la ricerca debba uscire dai
laboratori ed essere applicata. Anche col sottosegretario Pesce
vogliamo aprire il Mipaaft - ha annunciato il ministro Centinaio
- al mondo accademico. E nel 2019 apriremo un Tavolo di lavoro
con le università, anche quelle che non hanno la facoltà di
Agraria, che vedrà tra gli attori il ministero, il Crea e il
mondo universitario. Oggi in agricoltura lavorano giovani e
laureati - ha ricordato Centinaio - e per gli imprenditori,
soprattutto alla guida di Pmi, servono competenze della laurea
in Economia e Commercio, Geologia, Ingegneria, Chimica,
Medicina. La missione del Ministero sarà quella di accompagnare
questo percorso. Dobbiamo fare squadra perché davanti c'è la
grande occasione europea di Horizon 2020, dove il nostro Paese
deve essere alla guida di uno sviluppo delle linee di studio e
di innovazione. L'Italia deve essere all'avanguardia e poter
dire la sua a livello internazionale''.
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