L'associazione Filiera Italia per la
distintività del cibo, del sistema agroalimentare, e della
trasformazione ''è una evoluzione del sistema di rappresentanza
che punta a una sempre maggiore integrazione, superando anche
conflitti ideologici che hanno caratterizzato il comparto
produttivo in passato. Siamo un nuovo interlocutore, accreditato
al Tavolo Salvini, e vogliamo promuovere lo sviluppo dell'export
così come fanno i nostri competitor, chiavi in mano''. A dirlo,
in un incontro stampa, è il presidente di Filiera Italia, Luigi
Scordamaglia. La compagine raccoglie finora oltre 50 marchi
dell'industria alimentare, dal più grande Ferrero a Pmi di
eccellenza come Urbani Tartufi, oltre che Coldiretti. ''A
cementare l'unione - ha sottolineato il presidente - il credere
concretamente nei contratti di filiera. Per un futuro che dovrà
avere meno negoziazioni a livello di mercato e sempre più
contratti di filiera pluriennali. Con un netto no alle pratiche
sleali e alle aste a doppio ribasso''.
Tra le priorità d'azione individuate di Filiera Italia:
Perseguire un vero ammodernamento del Paese, semplificando una
burocrazia-zavorra, ancora troppo pesante soprattutto nel
settore agroalimentare e rafforzare e rendere premianti le
politiche di filiera, anche con politiche di vantaggi fiscali
ora allo studio. A Bruxelles, nella riforma della Pac, ''faremo
sempre più azioni di lobby per far sì che le nostre produzioni
non siano più vissute come una commodity ma diano il giusto
reddito'' ha concluso Scordamaglia.
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