In sei anni il conto dei danni causati dalla
Xyella è salito a 1,2 miliardi di euro, aggravato da errori,
incertezze e scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del
contagio in Puglia con effetti disastrosi su ambiente, economia
e occupazione. Ad affermarlo è la Coldiretti in occasione del
previsto voto alla Camera del Dl Semplificazioni dal quale è
stata stralciata la stretta anti-Xyella; l'emendamento
prevedeva, tra le altre cose, l'obbligo di distruzione degli
ulivi infetti. Dall'ottobre 2012, data della prima segnalazione
di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo, la
malattia avanza inesorabilmente senza che sia stata applicata
una strategia efficace per fermare il contagio.
Dopo i ritardi accumulati con il rinvio della presentazione
alla conferenza Stato Regioni del decreto per far partire il
piano di interventi anti Xylella, secondo la Coldiretti, serve
un deciso cambio di passo con risorse adeguate per gli
agricoltori colpiti e le necessarie "eradicazioni chirurgiche"
che, se fossero state fatte prima, avrebbero risparmiato alla
Puglia e all'Italia questa situazione drammatica. Anche in
questo caso non mancano le responsabilità regionali e anche
comunitarie; sotto accusa, continua la Coldiretti, è il sistema
di controllo dell'Unione Europea con frontiere colabrodo che
hanno lasciato passare materiale vegetale infetto, poiché il
batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato
introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte
commerciali di Rotterdam.
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