ROMA - Conoscere l'impronta ecologica di ciascun prodotto alimentare, ossia l'emissione dei gas ad effetto serra utilizzata per portarlo a tavola attraverso il web. Creare biomolecole dal cardo e dalla canapa in grado di sostituire derivati dal petrolio. Pianificare il verde urbano in base alle caratteristiche degli alberi, dall'altezza alla massa fogliare, che meglio rimuovono polveri sottili e ossidi di azoto. Sono alcuni dei numerosi progetti presentati oggi in occasione del Global Climate Strike, dal Crea, l'ente di ricerca sull'agroalimentare vigilato dal Mipaaft. Con un obiettivo: prevenire, mitigare e contrastare gli effetti del cambiamento climatico in agricoltura, alimentazione e ambiente.
Il progetto Agridigit, ad esempio punta ad adattare i sistemi produttivi negli scenari climatici futuri di breve e medio periodo. Per ridurre l'impronta ecologica sono state, invece, messe a punto varietà di Brassicacee da utilizzare nelle pratiche agricole per la protezione da parassiti in alternativa a prodotti da sintesi chimica, nuove varietà di grano duro idonee a "produrre di più con meno" e coltivazioni di pomodoro da industria ecocompatibili.
Il progetto Diol affronta in modo sostenibile la difesa fitosanitaria dell'olivo, privilegiando la lotta biologica e l'utilizzo di strumenti a basso impatto ambientale.
Il progetto Gendibar studia le piante del futuro che sappiano adattarsi alle mutate condizioni climatiche, attraverso le più avanzate conoscenze genomiche; in particolare, partendo da una collezione di oltre mille varietà orzo prese da tutto il bacino mediterraneo.
Il progetto Agroener, affronta i temi della sostenibilità ambientale usando le tecnologie intelligenti (agricoltura di precisione, sistemi digitali, modelli previsionali) per la produzione di energia da biomasse e per la riduzione delle emissioni di gas serra attraverso l'efficientamento energetico in agricoltura.