(ANSA) - L'emergenza coronavirus - con la chiusura di bar, ristoranti, agriturismo e il conseguente abbandono del rito del cappuccino e del gelato - mette un freno anche ai consumi nazionali di latte. "Stimiamo che il 10% della produzione nazionale di latte fresco già adesso fatichi a trovare collocazione sul mercato" sottolinea Giorgio Mercuri, Presidente Alleanza cooperative agroalimentari.
"La chiusura su tutto il territorio nazionale - osserva Mercuri - di tantissime attività produttive legate al canale horeca ha provocato pochi giorni il crollo della vendita di latte fresco e di molti prodotti trasformati. In questa situazione di assoluta emergenza dovuta alla diffusione del coronavirus, le strutture cooperative temono di non essere più in grado di trasformare tutto il latte raccolto dai loro soci e stanno invitando pertanto la propria base associativa a fare ogni sforzo per ridurre la produzione di latte. La situazione negli allevamenti è ormai molto compromessa - sottolinea ancora il presidente Mercuri - e la cooperazione è impiegata, insieme a tutti gli operatori del settore, dalle organizzazioni di categoria al mondo industriale, a intraprendere ogni possibile misura pur di non arrivare al fermo dell'attività. Positivo in tal senso è stata la decisione assunta dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova di destinare 6 milioni di euro all'acquisto di latte Uht alle persone più bisognose".
I quantitativi di latte raccolti dalle 600 cooperative che operano in Italia - diffuse in Lombardia, Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto, Sardegna, Piemonte, Marche, Puglia, Campania e Calabria - superano i 7,5 milioni di tonnellate di latte, pari a più del 62% della materia prima nazionale. Alleanza cooperative contribuisce al sistema lattiero caseario del Paese con circa 7 miliardi di euro che corrisponde al 50% del fatturato complessivo del comparto.(ANSA).