È stato siglato durante la notte il rinnovo del contratto nazionale dell'industria alimentare 2019-2023 tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e le associazioni Unionfood, Ancit e AssoBirra. Lo rendono noto i sindacati di categoria che, dopo 2 giorni di ulteriori negoziazioni non-stop, hanno portato a termine un accordo che riconosce un aumento salariale di 119 euro a regime; a questo si aggiungono 5 euro di welfare e 30 euro che verranno erogati a tutti i lavoratori per i quali non viene svolta la contrattazione di secondo livello. "Si tratta di un contratto qualificante e di grande valore", affermano i segretari Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza, "in questi 9 mesi di trattativa abbiamo fatto tutto il possibile per tenere unite le controparti in un unico tavolo, ma le divisioni tra le diverse associazioni di imprese all'interno di Federalimentare non si sono ricomposte". I segretari, infatti, fanno sapere che le altre associazioni hanno abbandonato il tavolo poco prima della conclusione della trattativa, "scelta incomprensibile, dal momento che con le stesse sono stati concordati tutti i miglioramenti normativi e l'incremento del trattamento economico minimo. Unica differenza rispetto al contratto sottoscritto - precisano - sono i 13 euro a carico delle aziende a partire dall'aprile 2023, per l'incremento aggiuntivo della retribuzione". I sindacati concludono nel precisare che, "avendo da oggi un contratto valido fino al 2023, non esiste altra intesa per i comparti dell'industria alimentare: il contratto di riferimento per chiunque vorrà rinnovarlo sarà quello siglato questa notte".