ROMA - Partenza difficile per la raccolta del riso con, secondo quanto rilevato da Coldiretti, un violento nubrifagio con bombe d'acqua, vento e grandine che si è abbattuto tra Pavia e Novara dove si produce oltre la metà del riso italiano e nelle aziende colpite si contano danni dall'80% al 100% del raccolto. Mentre cresce una produzione di nicchia come quella della Calabria dove, in particolare nella piana di Sibari, sono sempre più gli imprenditori agricoli a scommettere nel "mare a quadretti". Così definisce le proprie risaie a Cassano allo Jonio (Cosenza), Matteo Perciaccante, giovane volto insieme ai fratelli della Masseria Fornara, azienda fondata nel 1870 che - con 100 ettari di proprietà e altri 500 in gestione di risolcotori sibariti - ha saputo evolversi e nel 1982 ha smesso il ruolo di conferitore di riso da pileria all'industria alimentare del Nord per cominciare a fare riso da semi. "In Calabria non c'era una cultura del riso - racconta Perciaccante - e gli chef ci stanno dando una mano per introdurre questo ingrediente nella cucina locale. Noi facciamo per il 60% della produzione Carnaroli, che si è adattato in modo straordinario a questo habitat con acque salmastre dove, tra gli indicatori di qualità ecologica, nidificano 14 famiglie di cicogne. Siamo una nicchia, ma anche il più grande polo produttivo del Centro-Sud e vorremmo - ha detto - fare un doppio salto di qualità: il riconoscimento dell'Igp (Indicazione geografica protetta) sarebbe una grande opportunità per accedere a nuovi mercati e chiudere qui la filiera, con un autonomo impianto di stoccaggio e senza dover mandare nel ferrarese il riso per il confezionamento. Abbiamo presentato per questo un progetto alla Regione che prevede un milione di euro di investimento e stiamo aspettando i bandi".
Il riso è il cereale più consumato al mondo e, come sottolinea Coldiretti, l'Italia è il primo produttore in Europa, con 228 mila ettari coltivati quest'anno e 4 mila aziende agricole che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all'anno, pari a circa il 50% dell'intera produzione Ue Si prevede una buona produzione di alta qualità, nonostante i danni causati dal maltempo in alcune regioni del Nord, con un aumento secondo la Coldiretti del 4% degli ettari coltivati che salgono a 228mila, di cui quasi l'80% concentrati in tre province del Piemonte e della Lombardia (Vercelli, Pavia e Novara).