Il governo britannico di Boris Johnson promette una svolta radicale post Brexit nella campagne inglesi, con una graduale redistribuzione di sussidi pubblici dall'attuale sistema europeo, che premia allevatori e produttori secondo metodi quantitativi, a un nuovo meccanismo che terrà conto maggiormente della tutela del verde e dell'ambiente da parte di chi possiede terre e fattorie. Si tratta di una strategia pluridecennale destinata, in base a quanto annunciato oggi dal ministro dell'Argricoltura e dell'Ambiente, George Eustice, a scardinare - alla fine - il modello europeo di sostegno di questo settore, ritenuto più adatto nella percezione di Londra a Paesi come la Francia che come il Regno Unito.
Invece di andare automaticamente ha chi alleva "più pecore o più mucche", i finanziamenti futuri pubblici, "pagati dai contribuenti britannici", saranno concessi secondo un criterio di "Gestione ecologica della terra" (Environmental Land Management, o Elm) che favorirà quei fattori e quegli allevatori in grado anche di piantare più alberi, di aiutare a prevenire le inondazioni, di proteggere le biodiversità. Stando a un documento programmatico firmato da Eustice e reso pubblico oggi, si procederà comunque per gradi, a partire dalla fine dalla transizione post divorzio fissata per il 31 dicembre. "Sarà un'avoluzione più che una rivoluzione", ha puntualizzato il ministro, spiegando il budget per la distribuzione dei sussidi agricoli di modello Ue sarà dimezzato entro il 2024 e azzerato nel 2028, per far spazio definitivamente al nuovo schema dell'Elm. L'obiettivo è cancellare distorsioni come quella che hanno consentito ad esempio nel Regno negli anni scorsi a un miliardario saudita d'incassare sussidi europei destinati in teoria all'agricoltura solo per aver moltiplicato gli esemplari di una sua scuderia di cavalli da corsa.