L'agricoltura italiana nel 2020 è prima in Europa per valore aggiunto e terza per produzione lorda vendibile e a fronte di questi risultati riceve il 10,6% del totale delle risorse della Pac, pari a 5,7 miliardi di euro, posizionandosi al quarto posto dopo Francia, Spagna e Germania.
Sono alcuni dei dati contenuti nell'opuscolo on line 'L'Agricoltura italiana conta 2020' del Crea che restituisce una perfetta sintesi del settore. Si conferma, così anche nell'anno della pandemia il peso rilevante del sistema agroalimentare nell'economia del Paese, la sua funzione mitigatrice rispetto ai cambiamenti climatici e l'importanza degli asset strategici a partire dal biologico. Il Crea mette in evidenza che il contributo del settore in termini di valore aggiunto all'interno dell'economia ha superato il 4%, grazie anche alla crescita dell'industria alimentare; il 15% del Pil includendo anche i settori collegati. Strategico in quest'ottica anche l'export agroalimentare, con 43,8 miliardi di euro, di cui quasi il 74% è rappresentato dal made in Italy. Dal 2019 si registra un miglioramento del deficit della bilancia agroalimentare, sceso per la prima volta sotto il miliardo di euro (-708 milioni), a fronte dei 5 miliardi del 2015 e degli oltre 9 miliardi del 2011; un dato confermato dai primi mesi del 2020. Indubbio il contributo del settore agricolo al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra grazie anche alla maggiore diffusione di pratiche colturali che favoriscono un maggiore assorbimento di CO2. Sempre più vivace, infine, è la dinamica della diversificazione delle attività aziendali che si attesta al 20% della produzione agricola totale in termini di produzione, dalla trasformazione dei prodotti all'agriturismo, alla vendita diretta, all'energia rinnovabile.