Sensibilizzare sull'importanza degli impollinatori, sul loro contributo allo sviluppo sostenibile e sulla necessità di fermare la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi che li sta portando all'estinzione: è questo il senso della giornata internazionale delle api in programma domani 20 maggio e istituita dal 2017 dall' Assemblea Generale delle Nazioni Unite in onore di Anton Jansa, pioniere nel XVIII secolo delle tecniche di apicoltura moderne. Secondo dati rilasciati da Fai-Federazione Apicoltori Italiani, gli apicoltori censiti in Italia sono in costante aumento: ai circa 65.000 vanno aggiunti "almeno altri 10.000 che, specie tra i giovani, nonostante la pandemia, stanno manifestando il proposito di avvicinarsi a questo allevamento seguendo i necessari corsi di formazione".
E' registrato anche l'incremento costante del patrimonio apistico nazionale che nell'ultimo censimento 2020 ha raggiunto la quota di 1.950.000 alveari per un valore stimato di 500 milioni di euro. La presenza di alveari sul territorio, genera in Italia, per l'organizzazione agricola, 2 miliardi di euro di valore della produzione delle colture di interesse agro-alimentare, cui si deve aggiungere quello dell'apporto ecosistemico che le api garantiscono con il servizio di impollinazione alla biodiversità dei nostri ambienti naturali, stimato in 150 miliardi di euro.
Il punto critico dell'apicoltura italiana- sottolinea la Federazione- è quello della produzione del miele, il cui valore potenziale annuo è atteso in circa 25.000 tonnellate e che invece, da ormai cinque anni, è soggetto a una costante riduzione dovuta alle avversità atmosferiche e ai cambiamenti climatici. (ANSA).