Arrivare subito a un aumento di almeno 5 centesimi al litro sul prezzo del latte conferito nella Regione Lombardia, che determina anche quello nel resto del Paese. E' l'appello lanciato dalla Cia-Agricoltori Italiani alle Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, attraverso una lettera indirizzata ai rispettivi assessori all'agricoltura, dopo il nulla di fatto del tavolo di filiera al Mipaaf.
L'incremento dei costi di produzione di latte bovino dovuto al rincaro delle materie prime (+30%) e dei rialzi dei listini di mangimi, fertilizzanti ed energia, evidenzia la Cia, ha messo in ginocchio le stalle che non possono più andare avanti senza un significativo aumento del prezzo del latte, attualmente inferiore al costo di produzione (circa 0,45 euro/lt).
"La filiera lattiero-casearia deve garantire una quotazione equa agli allevatori che non vada solo a coprire i costi, ma offra anche la giusta redditività alle aziende agricole già colpite dagli effetti della pandemia - denuncia il presidente Dino Scanavino -. Nonostante gli industriali abbiano riconosciuto davanti al ministro la crisi dei produttori e stiano godendo i frutti positivi dei bilanci dell'export di formaggi e di quotazioni favorevoli del latte spot, non sembra esserci alcuna intenzione di riconoscere l'aumento richiesto a gran voce dal sistema allevatoriale". Ora, per la Cia, è fondamentale agire con urgenza per evitare il collasso dell'intero settore, che pesa circa il 12% sull'industria alimentare e conta 26 mila aziende. "Ecco perché - conclude il presidente - continuiamo a lavorare senza sosta per aiutare i produttori a uscire dalla crisi e chiediamo, dunque, alle singole regioni di intervenire, convocando le parti per facilitare un accordo a livello territoriale, che possa poi coinvolgere a cascata tutte le altre industrie lattiero-casearie italiane".
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