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Miele: industria lancia allarme su rischio rincari allo scaffale

Il settore è stato duramente colpito da anomalie climatiche

Redazione ANSA ROMA

Sale la preoccupazione dell'industria italiana del miele per il rincaro delle materie prime legate alla filiera con possibili aumenti allo scaffale. Gli imprenditori di settore hanno infatti lanciato un allarme segnalando che la produzione italiana di miele negli ultimi tre anni è stata pesantemente colpita dalle anomalie climatiche, con forti penalizzazioni sui raccolti dei mieli più apprezzati dal consumatore nazionale, in primis acacia e arancio, ma anche per il classico millefiori mettendo in grave difficoltà gli approvvigionamenti aziendali.

I dati confermano - informa una nota - la criticità: nel 2021, su rilevazioni dell'Osservatorio Nazionale Miele, per il miele d'acacia la produzione media è pari a circa 2,64 kg ad alveare, contro una produzione italiana media gli ultimi 5 anni di quasi 20 kg, per un mancato ricavo di 144 euro ad alveare. Analoga situazione è per il miele di agrumi la cui produzione media quest'anno è stata di appena 3,75 kg ad alveare contro una produzione che mediamente, dal 2015 al 2020, è stata di 22,31 kg, per un mancato ricavo ad alveare di oltre 100 euro. Non va meglio per la situazione legata al miele proveniente dall'estero.

"Ai forti incrementi subiti dai prezzi dell'energia e dei trasporti, necessari per importare il miele via terra e via mare, si devono - sostengono gli addetti ai lavori - aggiungere quelli importanti che hanno interessato la materia prima, sia nazionale che estera. "Si tratta - afferma Raffaele Terruzzi, presidente del Gruppo Miele e altri Prodotti dell'Alveare di Unione Italiana Food - di una situazione molto difficile per il settore che non ha eguali. L'industria non riesce più a sostenere da sola gli esorbitanti incrementi dei costi e il peso delle avversità che colpiscono il comparto. Così rischiamo il collasso del settore". 

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