Gli spiragli di pace in Ucraina spingono al ribasso, anche in Italia, le quotazioni dei prodotti agricoli, mais (-2,5%) e grano tenero (-2%) in testa, mentre il grano duro (+1%) registra un lieve incremento rispetto alle ultime settimane. Lo comunica CAI - Consorzi Agrari d'Italia, in base alla rilevazione settimanale della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento in Italia per le contrattazioni fisiche dei prodotti agricoli.
A determinare questo scenario, in un mercato che resta comunque molto instabile, il crollo delle contrattazioni nei mercati finanziari come Chicago e Parigi che hanno accolto positivamente i timidi segnali distensivi dei negoziati tra Russia e Ucraina in Turchia.
Il grano tenero cala di 8 euro (-2%) rispetto alla scorsa settimana, attestandosi tra 400 e 409 euro a tonnellata, con punte di 434 euro per i cereali più proteici. Il mais continua la discesa arrivando a quota 385 euro a tonnellata, in calo di 10 euro rispetto alla scorsa settimana (-2,5%).
In controtendenza, invece, il grano duro in rialzo di 5 euro (+1%) rispetto a giovedì scorso, a quota 530 euro a tonnellata. Stabile la soia a 708 euro a tonnellata, mentre anche sorgo e orzo calano del 2% rispetto all'ultima rilevazione.
Anche da un'analisi Coldiretti all chiusura settimanale della borsa merci di Chicago emerge una diminuzione dei prezzi. Il grano è sceso del 10% nell'ultima settimana su valori minimi da inizio marzo pari a 9,84 dollari per bushel (27,2 chili) con una netta inversione di tendenza, nonostante l'annuncio della Russia dello stop alle forniture del proprio grano ai Paesi "non amici". In calo tutti i principali prodotti agricoli, dal mais sceso a 7,35 dollari per bushel alla soia in forte diminuzione a 15,83 dollari per bushel anche per le buone previsioni di raccolto in Usa.
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