L'India si sta organizzando peraumentare le sue esportazioni di grano e contribuire a colmare il vuoto causato dalla guerra in Ucraina. Lo ha detto Madhaiyaan Angamuthu, presidente della Apeda, (Agricoltural and processed Food Products Export Development Authority), l'organismo del governo indiano che favorisce lo sviluppo delle esportazioni alimentari, annunciando la creazione di un gruppo di esperti incaricato di definire la strategia. L'India, che è il più grande produttore di grano al mondo dopo la Cina, esporta in media appena il 2% della sua produzione totale, di cui usa l'80% per il consumo interno e stocca il resto. Angamuthu ha spiegato che il raccolto in corso, che terminerà a maggio, sarà particolarmente abbondante e che il governo ritiene di avere riserve più che sufficienti a garantire la sicurezza alimentare.
Delhi mira dunque a subentrare alle forniture di Russia e Ucraina, bloccate dalla guerra, che in tempi normali forniscono il 25 per cento delle esportazioni globali di grano, rivolgendosi soprattutto all'Africa, all'Asia Occidentale e al sud-est asiatico. Fonti vicine al governo indicano inoltre l'ambizione di proporsi come paese perno, capace di determinare i prezzi a livello globale. "L'incremento delle esportazioni di grano può essere positivo", commentano vari analisti," a patto che il governo assicuri tre priorità interne: la stabilità dei prezzi sul nostro mercato, un giusto compenso per gli agricoltori e la continuità, o addirittura l'allargamento, del programma nazionale di distribuzione gratuita alle famiglie bisognose".