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Arachide 100% italiana, rinascita di una filiera salva acqua

Arachide 100% italiana, rinascita di una filiera salva acqua

Abbandonata per 50 anni. Nel ferrarese prima sagra 23-29 giugno

ROMA, 21 giugno 2022, 12:11

Redazione ANSA

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Una piccola produzione di appena 7 mila quintali/anno per l'arachide italiana ma con grandi potenzialità anche per la sua sostenibilità. La cultura, infatti, attecchisce in un clima caldo che non richiede annaffiature particolari, fattore decisivo di questi tempi di crisi idrica. Più piccola e più scura, rispetto alle altre tipologie importate, l'arachide nostrana ha un gusto particolarmente intenso. Epicentro di questa coltivazione è Mezzogoro, piccolo comune emiliano nel ferrarese dove è in programma la prima sagra dell'arachide e del pop corn dal 23 al 29 giugno. Sette giorni di festa dedicati ad un prodotto ottenuto grazie ad un imprenditore locale che per 50 anni ha custodito il seme. Si tratta di una vera e propria rinascita per questa promettente filiera nata nel 2020 grazie all'impegno del Gruppo Bf, Sis, Ibf servizi, Noberasco e Coldiretti.

Mezzogoro è il comune d'Italia più vocato a questa coltivazione, con 30 ettari su 200 di tutta la provincia e 50 aziende coinvolte. Merito di terreni torbosi, temperature elevate e di molte ore di luce, tutte caratteristiche che si sposano perfettamente con questo territorio. Un comparto dove si guarda al futuro, che presto avrà il suo primo centro di produzione dedicato nell'azienda di Bf a Jolanda di Savoia, dove avverranno tutte le fasi di lavorazione, dalla pulizia delle arachidi, all'essiccazione, alla calibratura, alla sgusciatura alla tostatura. Altro fattore di sostenibilità, perché essendo coltivata su terreni italiani, i km percorsi dal campo alla tavola saranno quasi azzerati, portando vantaggi importanti alla qualità del prodotto, al tempo e all'efficacia dell'essicazione.

La domanda di arachidi in Italia, ricorda Bf, oggi è quasi interamente coperta da prodotto straniero, importato per lo più da Israele, Egitto e Stati Uniti d'America. Il consumo complessivo di frutta secca, infatti, è raddoppiato negli ultimi dieci anni raggiungendo i 3 chili a testa, con il mercato italiano pronto ad accogliere a settembre la crema e burro d'arachidi tutto italiano.

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