"Anche in Italia usiamo circa un milione di tonnellate di olio di palma - ricorda Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - Metà miscelato nel gasolio dei motori diesel (i più inquinanti in circolazione) e l'altra metà per produrre "elettricità verde". In entrambi i casi si tratta di "greenwashing", come ha confermato la causa vinta da Legambiente, T&E e consumatori (MDC) contro il "biodiesel" di Eni del gennaio 2019. Cereali e semi oleosi sono alimenti per il miliardo di esseri umani più poveri, non fonte energetica per lavare la coscienza dei governi statunitensi ed europei.
L'Italia e l'Europa debbono togliere subito gli incentivi ai biocarburanti, falsi rinnovabili".
"Di fronte a una crisi alimentare globale non possiamo permetterci di bruciare cereali e oli vegetali nei serbatoi delle nostre auto - ha dichiarato Carlo Tritto, policy officer di Transport & Environment Italia -. Il Governo italiano - che ha spesso manifestato la preoccupazione di una crisi alimentare - dovrebbe unirsi a Regno Unito e Germania che hanno annunciato l'intenzione di limitare i biocarburanti da coltura. In questi tempi di guerra, i biocarburanti vengono spesso presentati come un'alternativa al petrolio, ma la realtà è che arrivano a costare quasi due volte di più dei combustibili fossili".
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