E' impensabile ipotizzare che si possano raggiungere 10 mila beneficiari entro fine 2024, abbattendo le emissioni del 95% sostituendo le macchine agricole solamente con quelle a trazione elettrica o a biometano. Lo sostiene Andrea Borio, presidente di Federacma, la Federazione nazionale dei commercianti macchine agricole, nell'apprezzare le parole del ministro Lollobrigida, che ha ricordato l'assurdità dell'attuale impostazione della misura. "Questo infatti, - ha spiegato Borio - non risponderebbe neppure a quelli che sono gli obiettivi concreti che il nostro Paese può raggiungere in termini di impatto ambientale, sicurezza sul lavoro e riduzione del consumo di carburanti con il Pnrr".
Secondo il presidente, "è necessario calibrare nel modo più efficiente e utile il bando relativo alla meccanizzazione agraria che, stando alle tempistiche previste, sarà emanato nel primo trimestre 2023 con uno stanziamento di 400 milioni di euro, con contributi in conto capitale al 40% e sino al 50% per i giovani". In Italia si contano 1,8 milione di trattrici, la maggior parte immatricolate prima del 2000. Di queste, in base ai dati Inail 560 mila sono totalmente sprovviste di qualunque tipo di protezione. "Se il nostro Paese vuole avere un beneficio reale dall'utilizzo dei fondi del Pnrr - prosegue il presidente - sarà determinante destinare i fondi per i mezzi con potenza massima 120 CV, andando così a sostituire in via prioritaria i trattori vetusti ante 1996 ed escludendo magari coloro che hanno già potuto beneficiare di altri incentivi alla sostituzione dei mezzi. Solo così toglieremo dalle strade mezzi inefficienti, inquinanti e poco sicuri per la vita di chi lavora".
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