È quanto emerge con la giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo. Tra le diverse testimonianze spicca quella di Ariane Lotti, titolare dell'azienda agricola Tenuta San Carlo (Grosseto), 350 ettari di coltivazione bio di cui il 10% destinato alla produzione di riso.
"Oltre a provare
ad anticipare alcune pratiche agricole per poter sfruttare le
piogge che solitamente arrivano in primavera, stiamo
sperimentando - afferma Ariane Lotti - le cover-crops, colture
di copertura, al fine di tenere i suoli coperti e protetti dal
rischio di perdita di sostanza organica e disidratazione. Un
metodo che prevede la semina a ottobre di un erbaio a cui, a
maggio, viene aggiunta una nuova semina di riso che crescerà
sull'erbaio allagato senza disturbare il terreno." Le aziende
agricole appartenenti alla organizzazione di produttori Terre di
Ecor, un gruppo di aziende dell'ecosistema NaturaSì, stanno
invece approfondendo nuove tecniche rigenerative per affrontare
l'emergenza climatica. "Condividiamo- dichiara Filippo Prandi
agronomo di EcorNaturaSì- pratiche innovative di coltivazione,
studiando ad esempio le interazioni tra funghi e batteri e la
microfauna del suolo". "Stiamo migliorando - aggiunge - le
tecniche di uso dei sovesci, per intervenire sulla struttura del
suolo. Sono metodi finalizzati ad avere suoli ricchi di sostanza
organica, quindi maggiormente capaci di trattenere acqua,
abbassando la dipendenza da fattori esterni e ottenendo piante
più resistenti agli stress climatici". Il 2022 è stato
condizionato dalla più importante siccità degli ultimi 70 anni.
A soffrire più di tutti la mancanza di acqua, in agricoltura, è
il settore del riso con l'Ente Nazionale Risi che ha stimato una
produzione 2022 inferiore del 17% rispetto all'anno precedente,
quasi 260 mila tonnellate di risone in meno a causa del calo
della superficie coltivata e della minore resa. (ANSA).