Scende per il dodicesimo mese consecutivo l'indice Fao dei prezzi delle materie prime alimentari mondiali a marzo, in calo del 2,1% rispetto a febbraio e del 20,5% rispetto a marzo dell'anno precedente. A trainarne la discesa sul mese precedente sono le quotazioni di cereali (-5,6%) e di oli vegetali (-3%), come anche l'ampia offerta, la debole domanda di importazioni e l'estensione della Black Sea Grain. I prezzi internazionali, precisa Fao. sono diminuiti sia del grano (-7,1%), che del mais (- 4,6%), come anche quelli del riso (-3,2%). I vegetali registrano - 47,7% al di sotto del livello di marzo 2022.
Listini che diminuiscono a livello globale, segnala Fao ma che sono ancora molto alti e in continuo aumento nei mercati interni,. ponendo ulteriori sfide alla sicurezza alimentare; questo in particolare nei paesi in via di sviluppo importatori netti di alimenti, con la situazione aggravata dal deprezzamento delle loro valute rispetto al dollaro Usa all'euro e dall'aumento del debito. Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari calano dello 0,8% a marzo, al contrario, aumenta lo zucchero dell'1,5% da febbraio al livello più alto da ottobre 2016 e la carne è leggermente (+0,5%). Nel Cereal Supply and Demand Brief , anch'esso pubblicato oggi, la Fao ha alzato le sue previsioni per la produzione mondiale di grano nel 2023, ora fissata a 786 milioni di tonnellate, che sarebbe l'1,3% al di sotto del livello del 2022. In Asia sono attese aree seminate quasi da record, mentre le condizioni di siccità stanno colpendo il Nord Africa e l'Europa meridionale.