Con l'arrivo del caldo anche nelle
campagne umbre è corsa a mietere il grano dopo che il maltempo
ha impedito l'accesso ai terreni dove si stima una perdita dei
raccolti di circa il 30% a seconda delle zone, in maniera non
omogenea, rispetto allo scorso anno. Lo rileva Coldiretti
Umbria. "Se la campagna si è aperta con il costo di semi e mezzi
tecnici quasi ai massimi storici - si legge in una nota
dell'associazione degli agricoltori - , il valore alla
produzione è in calo di circa il 40% rispetto allo scorso anno,
secondo le prime quotazioni sul mercato nazionale. Una
situazione che mette in pericolo la vita delle aziende agricole
che coltivano grano spesso in aree interne senza alternative
produttive".
"L'andamento climatico degli ultimi mesi caratterizzato dalla
siccità prima e in seguito da un eccesso di pioggia che ha
colpito le spighe, ha ridotto il potenziale produttivo del grano
ma anche dell'orzo, produzione questa che in Umbria veniva da
annate record" afferma Giuliano Sfascia imprenditore agricolo di
Foligno, attraverso la nota di Coldiretti. "Le rese per grano
tenero e duro sono in calo, con punte per il duro anche del
-50%, in una fase storica che ci penalizza anche per i costi
aziendali" aggiunge.
"Non avere reali garanzie sulla produzione e sui prezzi -
ribadisce Stefano Magnanini imprenditore agricolo di Marsciano -
crea sicuramente preoccupazioni e rischi per le imprese. Veniamo
da periodi molto difficili a livello climatico ma anche per
l'impennata dei costi produttivi intervenuti specie dopo la
guerra in Ucraina, almeno del 30%: occorre potenziare gli sforzi
per adeguare le quotazioni del grano sostenendo la produzione in
un momento difficile per l'intera economia agricola".
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, nel
2022 la superficie totale coltivata a frumento duro ammontava a
22.650 ettari, per 870 mila quintali di produzione raccolta;
mentre sono stati 26.980 gli ettari per il frumento tenero, per
una produzione di 1.050.000 quintali.
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