"Le divergenze tra i vari attori
della filiera del frumento duro danneggiano tutti, specie in un
momento di grande difficoltà come quello che sta vivendo il
comparto. Ecco perché è necessario recuperare lo spirito di
filiera, dalla produzione alla trasformazione alla
commercializzazione, e lavorare su un fronte comune. Ad esempio,
dal momento che è noto a tutti che non è possibile produrre
pasta solo con grano duro italiano, credo sia tempo ormai di
uscire dalla dualità tra grano italiano e grano estero e che
occorra piuttosto puntare su una valorizzazione della pasta con
grano 100% made in Italy, in modo che il consumatore sia nella
condizione di scegliere in maniera informata". Lo ha dichiarato
il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo
Piccinini nel suo intervento alla riunione sulla filiera del
grano duro che si è svolta questa mattina al ministero
dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
(Masaf), alla presenza del ministro Lollobrigida e del
sottosegretario La Pietra. "L'andamento- ha detto Piccinini.
della campagna del grano duro è stata molto difficile e ciò sta
creando molta apprensione tra gli agricoltori". "I costi di
produzione che le aziende agricole hanno sostenuto- ha aggiunto-
sono stati assai alti a tal punto che si rischia in un'annata in
rosso per un comparto che si appresta tra l'altro a subire già
ricadute negative dall'applicazione della nuova Pac, con i ben
noti tagli agli aiuti".
Rispetto alla formulazione del prezzo del frumento, il
presidente Piccinini ha invece evidenziato come ad il mercato
internazionale dei cereali sia fortemente condizionato dalle
quotazioni del Chicago Board of Trade (CBot), "dove più del 95%
dei contratti vengono stipulati in assenza di una transazione
fisica del prodotto e sono solo operazioni di natura
finanziaria". Piccinini ha infine rinnovato l'appello a
investire sulla ricerca per migliorare qualità e produttività
dei grani.
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