- Le piante di kiwi trattate con raggi ultravioletti aumentano la resistenza naturale alle malattie.
Sono i risultati della ricerca di Enea e Crea, il cui team di ricercatori hanno dimostrato che oltre il 60% del campione irradiato mostra una sensibilità ridotta alla malattia principale del kiwi, il cosiddetto 'cancro batterico'. "La dose di raggi UV ha indotto la produzione di particolari molecole, come carotenoidi e fenoli, che hanno rafforzato le naturali difese della pianta", spiega Paolo Di Lazzaro del Laboratorio Enea di Applicazioni dei plasmi ed esperimenti interdisciplinari. "Questo effetto - precisa Simona Lucioli, ricercatrice del Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (Crea-Ofa) - è noto come 'ormesi' e potrebbe rappresentare un'alternativa promettente per contenere l'uso dei fitofarmaci in agricoltura, con notevoli vantaggi per l'ambiente e la salute di consumatori e operatori del settore".
Per l'irraggiamento i ricercatori hanno realizzato un dispositivo portatile delle dimensioni di uno smartphone, a potenza e durata variabile e un sistema di raffreddamento per garantire la stabilità dell'intensità irraggiata soprattutto nei trattamenti di lunga durata. Le foglie infettate e non trattate con raggi UV-C, già dopo una settimana, hanno mostrato imbrunimenti e afflosciamenti fogliari, che viceversa sono risultati quasi assenti nei gruppi irraggiati. Questi risultati sono in linea con quelli già ottenuti contro patogeni come la muffa grigia e la muffa verde su basilico, mele e agrumi.
Cambiamento climatico, moria del kiwi e cancro batterico sono tra i problemi principali che gli agricoltori si vedono costretti a fronteggiare. Il cancro batterico del kiwi, causato dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), si è diffuso in tutto il mondo dal 2008, con effetti devastanti su qualità e quantità del raccolto; attualmente il controllo di questa patologia si basa su approcci agronomici e chimici, non privi di impatto ambientale.
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