Occhi puntati sul carrubo, pianta
anti siccià per eccellenza, resistente, a basso impatto
ambientale, che sta ammaliando i mercati essendo un vero e
proprio superfood. Viene considerato, infatti, un buon sostituto
della polvere di cacao, ricco di fibre, ma povero di grassi e
senza caffeina. Complici i cambiamenti climatici in atto, si sta
rivalutando questa leguminosa 'antica', anche grazie
all'industria di trasformazione che la monitora con grande
interesse. La passione del mercato verso i prodotti più naturali
e i cibi 'dimenticati', infatti, spinge al domanda che però non
trova un'offerta adeguata, perchè il prodotto scarseggia. E
intanto le quotazioni continuano a salire per le farine di
carrubo, dal colore marrone scuro e dal sapore leggermente
dolce, spinte anche dall'impennata dei prezzi del cacao, di cui
appunto sono un eccellente surrogato. Senza sostanza chimiche e
zuccheri aggiunti e 100% biologici, questi prodotti potrebbero
rappresentare una valida alternativa a dolci, torte, biscotti,
creme e budini, ma anche ai derivati della panificazione e della
pastificazione.
L'Italia produce 35mila tonnellate di carrube in media
l'anno, il cui epicentro è in Sicilia e in parte in Puglia. A
livello mondiale gli ettari coltivati sono circa 200mila, di cui
148mila solo in Europa tra Spagna, Italia, Portogallo e Grecia,
che rappresentano circa il 70% della produzione mondiale. Dal
punto di vista agronomico, la pianta riesce a sopravvivere anche
a lunghi periodi con ridotte disponibilità idriche, restando
sempre produttiva, E' molto resistente al caldo ma anche ai
parassiti e ha bisogno di poche cure perché è estremamente
rustica. Inoltre è una coltura sostenibile, che contribuisce
alla conservazione del territorio e alla biodiversità. Una
pianta adulta, che può vivere più di 100 anni, può produrre da
50 a 100 kg di carrube l'anno e fruttificare dopo 6 o 7 anni.
Fiorisce da agosto fino a novembre e ad occuparsi
dell'impollinazione, sono le api e gli altri insetti ie il
vento.
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