Depopolamento e più biosicurezza: sono queste le colonne portanti dell'ultima ordinanza varata dal Commissario Straordinario alla Psa Giovanni Filippini. Le misure previste sono state definite "urgenti" dopo la scoperta di focolai di peste suina africana in tre regioni italiane: Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna. Anzitutto, vengono inaspriti i divieti di movimentazione degli animali e di accesso agli allevamenti situati nelle zone di restrizione I, II, III del Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna. E, se si dovesse registrare carenza strutturale o gestionale dei requisiti di biosicurezza, il servizio veterinario territorialmente competente dovrà immediatamente disporre lo svuotamento degli stabilimenti. Insomma: gli allevamenti che non si atterranno alle regole per limitare i contagi dovranno chiudere.
Quindi, nelle zone di restrizione parte I, parte II e parte III delle Regioni Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna "è vietata - si legge nell'ordinanza - ogni movimentazione dei suini in entrata o in uscita in /da l'allevamento ad eccezione delle movimentazioni verso il macello che dovranno avvenire in maniera protetta".
Nelle stesse zone, negli allevamenti suini "è vietato di accesso - come si legge nello stesso documento varato - di qualsiasi automezzo ad eccezione di quelli destinati a trasportare i mangimi, carcasse e liquami e di quelli destinati al trasporto in deroga degli animali verso il macello". Vietato anche l'"ingresso di qualsiasi persona, compresi i veterinari liberi professionisti, i tecnici di filiera, i mangimisti nonché di qualsiasi altra persona non direttamente connessa con la gestione quotidiana degli animali".
Il divieto è esteso anche a "cani e qualsiasi altra specie animale. Vengono, poi sospesi i controlli da parte del servizio veterinario territorialmente competente, ad esclusione di quelli connessi con la gestione della emergenza PSA e di quelli tesi a garantire il rispetto delle esigenze di benessere animale".
Negli allevamenti è, poi, vietata "qualsiasi manutenzione o lavoro ordinario non strettamente connesso a interventi a garanzia del benessere animale che andranno Preventivamente autorizzati dal servizio veterinario territorialmente competente" e "Sono permessi limitati interventi di miglioramento della biosicurezza previa autorizzazione del servizio veterinario territorialmente competente a condizione che siano condotti nel rispetto delle condizioni di biosicurezza". E chi entra negli allevamenti dovrà "indossare - sempre come specificato nell'ordinanza - tute e calzari monouso all'ingresso e garantire di non aver visitato altri allevamenti suini nelle 48 ore precedenti l'ingresso e di non essere stati in boschi o altri luoghi in cui sia stata segnalata la presenza di cinghiali". Nelle stesse zone sono, poi, negati, fino a nuovo ordine, mercati e fiere che coinvolgano il settore suinicolo".
Su tutte queste prescrizioni avverranno verifiche. Disposto, infine, anche l'abbattimento preventivo di tutti i capi di un allevamento nel caso in cui "sia stato individuato un qualsiasi contatto diretto o indiretto con un focolaio confermato".
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