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L'enologo Dini, riposo in cantina per il vino migliore

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L'enologo Dini, riposo in cantina per il vino migliore

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In collaborazione con Cantine Siddùra

Gli ultimi nati in casa Siddùra sono due Carignano

LUOGOSANTO, 04 luglio 2023, 13:32

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Dino Dini, enologo della Cantina Siddùra - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dino Dini, enologo della Cantina Siddùra - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dino Dini, enologo della Cantina Siddùra - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Cantine Siddùra

Come l'autore di un libro scrive meticolosamente le caratteristiche dei suoi personaggi, così l'enologo della Cantina Siddùra, Dino Dini, crea anche a suo gusto e intuizione i vini delle tenute di Luogosanto. È lui a buon diritto l'autore della collezione di vini Siddùra, salita quest'anno a dieci nomi grazie all'aggiunta di due Carignano appena nati dalla maestria dell'enologo. Autore o meglio coautore, come si definirebbe lui, che della sinergia con l'amico e collega agronomo Luca Vitarelli ha fatto la vera forza dell'azienda.

Arrivato dalla Toscana, ma a Luogosanto ormai ha messo le radici, Dini non si rispecchia nella fama di alchimista che troppo spesso viene attribuita agli enologi. "Cerco di non manipolare i vini - spiega - Il segreto dei nostri prodotti sta anche nel fatto che lasciamo riposare il più possibile in cantina il vino. Possiamo modificare la temperatura e lasciare riposare dentro botti di legno francese o contenitori di acciaio il nettare, ma non andiamo ad alterare in altro modo il processo di fermentazione perché il grosso del lavoro l'ha già fatto l'agronomo facendomi arrivare in cantina acini d'uva perfetti".

Nella terra del Vermentino di Gallura, in cui produrre un vino rosso suonava quasi come un'eresia, Dini ha seguito il suo intuito e il richiamo del terroir particolare, così nel 2009 ha piantato le prime viti da uva rossa. "Dal 2012 abbiamo avuto i primi vini rossi di tipologia Carignano e Cannonau, molto apprezzati in Sardegna, ma anche fuori dell'Isola", precisa. Tuttavia il primogenito della Cantina Siddùra, quello che appena prodotto ha iniziato subito a fare incetta di premi anche a livello internazionale, è il Maìa, Vermentino superiore diventato un po' il simbolo dell'azienda. Vermentino, Cannonau, Cangulari, Cabernet Sauvignon e Sangiovese, sono le tipologie di vini prodotti, con una scelta dei nomi che traggono ispirazione da parole sarde o etrusche. Il Vermentino di Gallura si chiama Spèra, che in gallurese significa "fascio di luce"; il Vermentino Superiore di Gallura, Maìa ovvero "magia", e il Cannonau riserva Fòla, ossia "favola".

E poi ancora c'è il Cannonau Èrema, il Carignano Bacco e Tìros, il Moscato di Sardegna Nùali, il Vermentino di Gallura Superiore Bèru e il Carignano Èstru. "Siamo una piccola isola felice e siamo riusciti a tirare fuori da questo territorio dei vini che il consumatore ha sposato fedelmente - ammette con orgoglio Dini - Siamo stati un po' dei pirati precursori per alcune cose e questo ci fa onore". È Siddùra infatti che produce uno tra i vini rosati più particolari ed apprezzati, Nùdo, sulla falsariga del tipico rosato provenzale francese e con un colore meno intenso di quello prodotto normalmente. A richiederlo con queste caratteristiche è stata la proprietà stessa.

ANSAcom - In collaborazione con Cantine Siddùra

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