TORINO - Si dice Spagna e si pensa alla cucina dei grandi chef, una scuola di alta gastronomia che ha portato il Paese al quinto posto nell'Olimpo della Guida Michelin, dietro a Giappone, Francia, Italia e Germania.
Meno nota, persino per chi vive in Spagna, è la solida tradizione casearia di questo territorio, che conta più di 200 varietà. Dai prati asturiani ai paesaggi vulcanici delle Canarie, il segreto del Paese ospite di Cheese 2015 sta proprio nella sua diversità. "Ci permette di produrre formaggi con mille sfaccettature, per caratteristiche organolettiche e razze animali - dice Jesus Pombo Lanza, affinatore del Poncelet Cheese Bar di Madrid -. Per questo sono così ricchi di sapori e profumi diversi". Molti prodotti, aggiunge il suo collega asturiano Enrique Ojanguren, "sono sconosciuti nella stessa Spagna. In un negozio specializzato su 100 formaggi la metà è di provenienza francese". Intanto, le forme del latte spagnole si potranno gustare a Cheese, nel Mercato dei Formaggi, con il Poncelet Cheese Bar, la Queseria 1605 e il suo famoso manchego e La Cabazuela, la più antica latteria e rivendita di formaggi madrilena. Dalla Galizia arriverà il queixo do Pais di Cortes de Muar, mentre l'asturiano Ernesto Madera presenta il suo Rey Silo, che recupera la miglior lavorazione artigianale della regione.
Spagna protagonista anche dei Laboratori del Gusto, con il casìn dell'Asturia e i prodotti catalani, serviti con i vini naturali del bistrot vegetariano Rasoterra, direttamente da Barcellona. A soddisfare i palati più esigenti, sabato 19 settembre ci penserà Fran Heras, principe delle Asturie con un passato nelle cucine di Ferran Adrià e Ramon Freixa, oggi al timone della taverna gastronomica Llamber di Barcellona.
Domenica 20 settembre è la volta della conferenza "Quesos? Duecento modi di dire formaggio in Spagna", con i produttori e i protagonisti del settore.