TORINO - I formaggi fatti con il latte in polvere possono essere rischiosi per la salute. L'allarme viene rilanciato a 'Cheese', la rassegna internazionale sulle 'forme del latte' organizzata da Slow Food e dalla Città di Bra ed aperta oggi. L'ipotesi di utilizzare il latte in polvere per i prodotti made in Italy viene addirittura definita "prospettiva terrorizzante" da Andrea Pezzana, responsabile della struttura di Dietetica dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino e titolare della cattedra di Nutrizione all'Università di Scienze Gastronomiche.
Ma se dal latte in polvere arrivano pericoli, al contrario il consumo di formaggi di alta qualità, porta grandi benefici. "La vera differenza dal punto di vista nutrizionale - spiega il medico - la fa proprio la filiera del latte. E' dimostrato come la presenza di grassi nocivi nel formaggio d'alpeggio e da latte di altissima qualità sia ridotta, in favore di acidi polinsaturi, omega 3 e acido linoleico coniugato, che ha addirittura degli effetti protettivi del sistema vascolare".
Al consumo di latte in età adulta è stata dedicato un focus nella prima giornata di 'Cheese'. Tema complicato - ha spiegato Pezzana - con il rischio di "risposte troppo semplicistiche".
Il potenziale accrescitivo del latte, che lo rende indispensabile nell'età dell'infanzia, viceversa fa sì che non sempre sia indicato in età adulta. "Soprattutto in presenza di malattie oncologiche o in persone con forte familiarità alla predisposizione di queste patologie - spiega lo specialista - occorre qualche accortezza. E in particolare nei casi di tumore alla mammella". Ma in campo oncologico la letteratura scientifica si divide: altri studi hanno messo in evidenza l'utilità dell'apporto di calcio nella prevenzione di tumori diversi, come il cancro del colon retto.
Da non sottovalutare i benefici del latte fermentato, che da secoli fa parte della dieta mediterranea, e dei formaggi di alta qualità.
"Secondo alcuni studi è proprio la fermentazione del latte a enfatizzarne le proprietà favorevoli e ridurre le potenzialità più rischiose. E con la lunga stagionatura aumenta anche la digeribilità dei prodotti caseari", dice Pezzana. "Spesso alcuni si fanno frenare dall'apporto calorico del formaggio, ma è la porzione a fare la differenza, oltre alla qualità".