"L’Italia è tra i primi dieci esportatori mondiali nell’agroalimentare. Il valore dell’export dell’agroalimentare nei primi cinque mesi del 2021 è cresciuto dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. E anche in un anno di contrazione del sistema produttivo come è stato il 2020, l’export dell’agroalimentare ha comunque registrato un aumento di circa il 2% rispetto al 2019". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in videocollegamento a Cibus all'assemblea di Federalimentare. "Segno di una intrinseca vitalità del settore - ha sottolineato Di Maio - oltre che del riconoscimento delle nostre eccellenze all’estero, che ha consentito di mantenere sempre il segno positivo, anche a dispetto delle misure di contrasto all’emergenza sanitaria che a livello mondiale hanno penalizzato le vendite del 2019". Nel 2019, l’export agroalimentare era aumentato del 7% rispetto all’anno precedente.
L'agroalimentare, ha ricordato Di Maio, "è la prima filiera dell’economia italiana, con un valore di 208 miliardi di euro nel 2020, pari al 12,6% del Pil. Le attività del comparto contribuiscono ad oltre il 4% del valore aggiunto dell’intera economia, per un valore di 64 miliardi di euro, e impiegano 1,4 milioni di persone, ovvero oltre il 6% degli occupati". Il ministro ha evidenziato anche il primato dei prodotti italiani a denominazione di origine e a indicazione geografica: "Sono oltre 800, ovvero quasi un terzo dei circa 3.000 riconoscimenti a livello internazionale. L’Italia si colloca così al primo posto al mondo sia per i prodotti cibo (314 tra DOP, IGP, STG) che per i vini (526 tra DOCG, DOC e IGT). La promozione delle indicazioni geografiche e dei marchi italiani sui mercati internazionali è perciò un elemento cruciale per le nostre esportazioni, soprattutto nell’agroalimentare".
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CIBUS 2021 – FIERE di PARMA S.p.A