I prezzi dei beni alimentari venduti dall’industria alle catene della grande distribuzione sono cresciuti del 15% rispetto allo scorso anno, mentre l’inflazione alla vendita nello stesso periodo ha fatto segnare un valore di poco superiore al +9%: il differenziale fra il prezzo all’acquisto e quello alla vendita segna un -5,7% a tutto svantaggio della grande distribuzione. È quanto emerge dal Rapporto Coop 2022, sui consumi e gli stili di vita degli italiani, presentato oggi a Milano. A schizzare all'insù sono soprattutto i prezzi all’acquisto dei prodotti basici: l’olio di semi segna un +40,9%, quello di oliva un +33,1% e ancora la pasta +30,9% e la farina +25,4%. I costi energetici che nel 2019 valevano l’1,7% del fatturato sulla base dei futures sull’energia si moltiplicheranno raggiungendo nel 2022 una incidenza del 4,7% e del 5,2% nel 2023. Per ogni 100 euro spesi dal consumatore l’utile netto per i retailer è stato appena superiore ad 1,5 euro.
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Coop