- ROMA - "Nonostante i 150 milioni di fatturato del 2015, le aziende dedite alla commercializzazione e trasformazione del tartufo sono i soggetti più penalizzati dalle norme del settore e versano, ormai da anni, in una grave crisi accentuatasi ulteriormente dal primo gennaio 2017, con l' applicazione della cosiddetta Legge Europea. Infatti la nuova normativa fiscale risulta difficilmente applicabile al settore del tartufo, in quanto rende quasi del tutto impossibile l'acquisto della materia prima italiana corredata dai relativi documenti fiscali e di tracciabilità sanitaria". La denuncia arriva dall'Associazione nazionale TartufOK guidata da Paolo Montanaro, presidente dell'azienda Tartuflanghe di Alba. "A causa della paralisi del settore, alcune aziende italiane si stanno già ora trasferendo in Paesi europei più competitivi - aggiunge l'Associazione -, sia dal punto di vista legislativo che sul piano della produzione di materia prima, con conseguente perdita occupazionale in Italia".
"Grazie al tavolo di Filiera nazionale del tartufo istituito dal Mipaaf - prosegue l'Associazione - si è giunti all'elaborazione di un piano di settore. Il nucleo dell'accordo consiste in una defiscalizzazione della materia prima coordinata con un sistema di tracciabilità a garanzia del prodotto nazionale".
A questo punto - prosegue l'Associazione - si confida in una "rapida e definitiva approvazione del piano, che permetterebbe di passare velocemente alla scrittura di una legge quadro per la filiera del tartufo coordinata con le norme europee e in grado di modificare altre normative nazionali legate al settore".
L'augurio - conclude l'Associazione - è che "non ci siano ulteriori interferenze o nuove proposte di legge che, rallentando l'iter di approvazione del Piano e la conseguente scrittura di una norma quadro, risulterebbero responsabili di gravissimi danni per l'economia dell'intero settore".
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