MARSIGLIA - Scontro tra le due associazioni d'impresa che in Provenza producono il vero sapone di Marsiglia sul modo in cui combattere i falsari. Da un lato l'Unione professionale del sapone di Marsiglia secondo cui il detergente originale è solo il cubo grezzo composto da oli naturali e soda come veniva prodotto fino a 4000 anni fa, dall'altra l'Associazione dei fabbricanti del sapone di Marsiglia secondo cui possono essere aggiunti altri ingredienti profumati come la lavanda. Le parti stanno cercando di trovare un accordo per presentare due domande di riconoscimento di Indicazione geografica protetta (Igp) al Ministero dell'Agricoltura. Lo spiega il gestore del Museo del Sapone di Marsiglia Serge Bruna durante un incontro con i media italiani organizzato dal Dipartimento Bocche del Rodano, Camera di Commercio Italiana a Marsiglia, insieme agli Uffici del Turismo di Arles e Marsiglia, nell'ambito di una iniziativa di scambio di promozione turistica con il Comune di Genova.
"Le due associazioni fanno un sapone perfetto, ma al posto di fare la guerra a chi produce il sapone di scarsa qualità, si sono scontrate tra loro. In Provenza siamo tutti d'accordo che il sapone di Marsiglia deve essere fatto solo con olio di arachidi, palma, cocco od oliva, due-tre oli naturali mescolati, perché tanti falsificano il sapone con impasti animali. Siamo d'accordo che il sapone di Marsiglia più di 200 anni fa è diventato il più famoso al mondo perché aveva un'elevata quantità di acidi grassi, oltre il 72%, da cui dipende la qualità del prodotto.
Quando ci sono acidi grassi animali il fabbricante risparmia e la qualità è scarsa", sottolinea Bruna. La soluzione sarebbe registrare due Igp con due nomi: il sapone di Marsiglia tradizionale e il sapone di Marsiglia profumato. "Il 95% del sapone che si vende in Provenza è il sapone profumato, se proteggiamo solo il grezzo non ci sarà nessuna garanzia per i consumatori sul 95% del venduto", dice Bruna.