ROMA - Valgono oltre 8 miliardi di euro i salumi italiani, insieme a carni in scatola e grassi suini, e registrano nel 2018 una crescita dei volumi produttivi (+0,6%) e in valore (+1,3%), con un saldo commerciale del settore in incremento del +1,5% per oltre 1,3 miliardi di euro. Sono i dati presentati da Assica (l'Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria), nell'Assemblea annuale in corso a Roma. Le aziende associate, circa 180 rappresentative dei più importanti marchi della salumeria italiana, esprimono l'80% del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate, con circa 1,5 miliardi di euro provenienti dall'export che segna una lieve crescita (+0,3%).
Nel 2018 risultano tuttavia in flessione i consumi (-0,9% per 1,049 milioni di ton) che vede però le preferenze degli italiani invariata rispetto allo scorso anno: al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,4% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,8%, da mortadella e wurstel al 19,0%, dal salame al 7,9% e dalla bresaola all'1,4%.
"Il 2018 - commenta il presidente di Assica, Nicola Levoni - ha segnato un incremento dei livelli produttivi del settore suinicolo, caratterizzato tuttavia da consumi stagnanti e da un rallentamento della crescita delle esportazioni. La politica ha risposto alla nostra richiesta di soluzioni e registriamo con estremo favore la previsione nel Decreto Emergenze in agricoltura di un apposito fondo per l'ammodernamento, l'innovazione e la promozione del settore suinicolo. Un segnale di attenzione tempestivo, e concreto" conclude Levoni.(ANSA).