Tra ottobre 2019 e marzo 2020 e lo stesso periodo dell'anno precedente crescono nettamente produzione ed export negli Usa del Pecorino Romano Dop, rispettivamente al 30,1% al 27,5% in volumi. Vola la vendita nei discount, 45,9% in più in volume e il 41,7% in più come valore complessivo, mentre cala leggermente quella nei supermercati e ipermercati, -9,8% in volume e al -3% in valore totale (risultato del saldo fra le vendite del formaggio porzionato e quelle a peso fisso in altrettanto netto aumento). Inoltre si assiste ad un aumento complessivo del +6,5% del prezzo medio del Pecorino Romano, dato complessivo di supermercati e discount.
"Secondo le nostre analisi, l'attuale trend produttivo deriva principalmente da due fattori - spiega il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, Salvatore Palitta - Il primo: la produzione della corrente campagna casearia si è svolta in maniera regolare, al contrario di quella dello scorso anno, fortemente condizionata dalla vertenza latte, +80,85% rispetto a febbraio 2019". La seconda motivazione è legata invece alla pandemia. "La crisi dei formaggi freschi, o a ridotta stagionatura, è la conseguenza diretta del blocco di alcuni canali commerciali quali i mercati tradizionali, l'Horeca, la ristorazione collettiva, i bar, a seguito dell'emergenza sanitaria - aggiunge - Le aziende di trasformazione hanno perciò orientato le produzioni verso tipologie di formaggi a lunga stagionatura e conservazione, come appunto il Pecorino Romano".
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