Il turismo lungo la rete fluviale e laghi insieme all'urbanizzazione mettono a rischio in Francia lumache e molluschi lacustri. Per la prima volta, l'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) fa il punto sui molluschi continentali in particolare le celeberrime escargot e le cozze d'acqua dolce della Francia continentale, molti dei quali unici, ma minacciati dall'urbanizzazione e dall'agricoltura. "L'inventario, che copre tutti i molluschi, mostra che oltre l'11% di essi è minacciato. In totale, due specie sono già scomparse, 79 sono minacciate e altre 32 sono quasi minacciate", aggiunge l'Iucn. "Queste specie hanno sofferto di un deficit di attenzione", ha detto Florian Kirchner dell'Iucn. La Francia metropolitana è comunque molto ricca, con 691 specie di molluschi continentali valutate, di cui 33 di bivalvi d'acqua dolce, 251 di gasteropodi d'acqua dolce e 407 di gasteropodi terrestri.
"Un terzo dei molluschi continentali è endemico, il che è eccezionale per la Francia metropolitana", continua Florian Kirchner. "Abbiamo una forte responsabilità perché solo le autorità pubbliche e le associazioni del nostro Paese possono preservarle".
Queste specie sono tanto più fragili in quanto non possono spostarsi lontano o velocemente per cercare un nuovo habitat e "sono solo soggette a pressioni", sottolinea la ricercatrice .
Inoltre, Aacuni di questi animali devono anche fare i conti con la concorrenza di specie introdotte dall'uomo e che sono diventate invasive. Le lumache come la duna caragouille sono infine minacciate dalla "pressione delle strutture turistiche o (del) calpestamento dovuto al sovraffollamento di alcuni siti".
Intanto il Wwf Italia ricorda che la sovrapesca minaccia non solo le specie ittiche, ma anche le tradizionali attività di pesca artigianale e di conseguenza le comunità locali che vivono di essa. Nel mondo sono 120 milioni le persone che lavorano in questo settore prezioso, che garantisce futuro e nutrimento a intere comunità costiere. Per potersi assicurare un reddito, sempre più frequentemente i pescatori adottano la soluzione della diversificazione delle loro attività e in questo ambito il pescaturismo sta diventando una pratica sempre più diffusa, nonché un ottimo esempio di diversificazione in quanto consente ai pescatori di lavorare anche nel settore del turismo.
Purtroppo però anche quest' attività non ha sempre impatti positivi sugli ecosistemi marini. "Risolvere il problema della sovrapesca, in primis lavorando per ridurre lo sforzo di pesca, è una priorità urgente per l'ambiente e tutto il settore, dal momento che quasi il 60% degli stock ittici monitorati a livello mondiale viene sfruttato più velocemente della sua capacità di riprodursi conclude Giulia Prato, Responsabile Mare di WWF Italia-. Per il Wwf i consumatori e i turisti sono direttamente coinvolti come parte della soluzione: dalle nostre cucine di casa, al mondo della ristorazione, sarebbe fondamentale mantenere un approccio di sostegno al commercio locale e sostenibile. (ANSA-AFP).