(di Giorgio Neri)
Quello del Bergamotto di
Reggio Calabria è un mondo a sé. Un microcosmo aperto al mondo,
come le sensazioni inebrianti che ti dà la sua essenza, che
ritroviamo come base dei più costosi profumi prodotti dalle
marche più famose e di lusso del mondo. Eppure tutto nasce da
qui, da una ristretta fascia di territorio di appena 140
chilometri che si affaccia sullo ionio, da Reggio Calabria fino
a Monasterace. Oltre questo c'è il nulla. Altrove i tentativi di
coltivare questo agrume unico nel suo genere, sono falliti,
perché il frutto non possiede più quelle qualità organolettiche
che ritroviamo nell'olio essenziale di Bergamotto e quelle
qualità salutari che ne fanno oggi un frutto ricercato anche per
i suoi effetti benefici sulla salute.
Nel tempo il suo utilizzo si è allargato alla gastronomia,
alla pasticceria, dando vita alla nascita di piatti tipici resi
ancora più pregiati dal profumo di bergamotto e dolci di ogni
tipo, dalle torte al torrone, ai biscotti agli amaretti, persino
il panettone. Dunque, non solo, produzione olio essenziale, fin
dall'anno 2000 tutelato dal marchio Dop Denominazione d'origine
protetta, ma anche del Bergamotto di Reggio Calabria, come
frutto destinato alla grande distribuzione. Dal 2021 è stato
infatti avviato l'iter per il riconoscimento Dop anche per il
frutto. "Ci siamo ritrovati davanti ad un muro di gomma -
afferma Ezio Pizzi, presidente del Consorzio di tutela del
Bergamotto di Reggio Calabria - e tutto nacque da un mio
intervento alla trasmissione televisiva 'Melaverde', nella quale
lanciammo il succo di Bergamotto come succo della salute. Fu una
rivoluzione. Fino ad allora il Ministero delle Politiche
agricole considerava il bergamotto come prodotto tossico, mentre
il Ministero della Salute, come pianta officinale". "Fu grazie
alle nostre ricerche, condotte con l'Università della Calabria -
aggiunge Pizzi - che riuscimmo a dimostrare gli effetti benefici
del succo di bergamotto, con i suoi principi attivi che
inibiscono la produzione di colesterolo. Dal giorno successivo
ho ricevuto migliaia di richieste da ogni parte d'Italia. Nel
2013 riuscì a distribuire 270 quintali di frutto, oggi, solo io,
ne fornisco 15mila quintali l'anno".
La II edizione di Bergaré, rassegna promossa dalla Camera di
Commercio di Reggio Calabria assieme ad enti locali e Consorzio
e operatori della filiera è stata l'occasione per aprire il
dibattito sul futuro del Bergamotto di Reggio Calabria, la cui
coltivazione, negli ultimi 20 anni è passata da 940 a 1400
ettari. A Campo Calabro, su un pianoro affacciato sullo Stretto,
sorge l'azienda Capua, dal 1880 specializzata nella
coltivazione, raccolta, e trasformazione del bergamotto fino
alla produzione ed esportazione di olii essenziali e succhi, non
solo di bergamotto in circa 54 paesi. E qui scopriamo, grazie
alle spiegazioni del titolare, Gianfranco Capua, i diversi
areali del bergamotto di Reggio Calabria, ciascuna con
produzioni diverse per aroma, identità olfattive e proprietà
organolettiche completamente diverse tra loro. "Più verde, più
amaro, più bruciato", quello prodotto attorno alla città di
Reggio, "più equilibrato, fruttato e fiorito, meno verde" quello
dell'area centrale, che va da Capo dell'Armi a Capo Spartivento,
"il migliore per qualità e proprietà organolettiche" spiega
Gianfranco Capua. Infine gli ultimi 80 chilometri della fascia
ionica orientale, dove le note olfattive si mostrano "più dolci
e più fruttate". "Reggio Calabria, da sempre profuma il mondo"
afferma lo storico Pasquale Amato, che da anni guida la
battaglia per il riconoscimento del marchio Dop, come
"Bergamotto di Reggio Calabria". Amato chiede il recupero del
progetto di istituire a Reggio Calabria l'Istituto Superiore di
profumeria non dedicato solo all'utilizzazione dell'olio
essenziale, ma a tutti i campi in cui il bergamotto di Reggio
Calabria viene utilizzato.
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