Creare le condizioni
per una filiera ben organizzata per giungere ad un prodotto
uniforme, con una qualità riconoscibile dal consumatore e legata
al territorio. Questa la direttrice principale da seguire per
valorizzare il Pecorino Sannita secondo quanto emerso dal
convegno organizzato a Vitulano dalla Cia (Confederazione
italiana agricoltori) di Benevento nell'ambito della trentesima
Sagra della Castagna e del Pecorino Vitulanese. Alle assise
hanno partecipato il sindaco Raffaele Scarinzi, il direttore
regionale e quello provinciale della Cia, rispettivamente Mario
Grasso e Pasquale Spitaletta, la dirigente scolastica dell'Ipsar
'Le Streghe', Antonella Gramazio, Ettore Varricchio, docente di
Qualità e Tecnica delle produzioni alimentari nell'Università
degli Studi del Sannio.
Varricchio ha illustrato gli obiettivi del progetto 'O.Ri. del
Sannio': "Significa Organizzazione e Riposizionamento della
filiera del pecorino, e vuol dire lavorare per una filiera che
sappia seguire processi produttivi che possano essere diffusi in
tutto il territorio della provincia. E, soprattutto, significa
pensare ad una qualità che sia riconoscibile dal consumatore. Il
progetto mira molto alla cooperazione fra gli attori del settore
primario e quelli della trasformazione e della
commercializzazione". Il Pecorino Sannita, dunque, deve avere
suoi connotati legati sia alla tradizione e alla trasformazione
sia al territorio. "Quindi, ad esempio, i pascoli sono
sicuramente non riproducibili altrove e le caratteristiche
peculiari delle molecole dei diversi elementi si trasferiscono
nel latte e poi nel pecorino" ha sottolineato il docente,
responsabile scientifico del progetto. "E' importante
l'allevamento, ma pure la scelta delle razze come la Laticauda e
la Bagnolese". In questo quadro "è fondamentale la cooperazione
fra gli allevatori: devono discutere fra loro, discutere e
comunicare. La comunicazione è decisiva anche verso i
consumatori".
Fra i partner del progetto - che è in via di conclusione -
oltre alla Cia, soggetto capofila, vi sono aziende private del
settore e l'Ateneo sannita. E, sul fronte della sicurezza
alimentare, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del
Mezzogiorno. "E' necessario lavorare - ha detto Spitaletta - per
uniformare il prodotto e creare un disciplinare; spesso gli
animali vengono allevati in modo difforme oppure si fa ricorso a
razze non autoctone. Occorre scegliere elementi nutritivi giusti
in modo che l'animale eviti lo stress e riesca a dare ottimo
latte evitando di andare in mastite. Insomma aiuto agli
allevatori affinché puntino sempre più su qualità e uniformità".
Anche perché "con la qualità certificata si può ottenere una
remunerazione nel prezzo del 20-30 per cento in più" ha
evidenziato il direttore della Cia di Benevento secondo il quale
"bisogna impegnarsi per giungere ad una Dop per il Pecorino
Sannita". E Mario Grasso ha aggiunto: "Non si vende solo il
prodotto, ma si 'vende' il territorio. Insieme col pecorino si
mette in vetrina il paese, l'arte, i boschi. Vitulano è un
esempio virtuoso di come funziona bene il volontariato che da'
un elemento in più nel discorso della valorizzazione del
territorio".
Di territorio hanno parlato anche il sindaco Scarinzi e la
preside Gramazio. "La pastorizia è stato un elemento non solo
economico ma anche culturale, identitario e sociale del
territorio - ha affermato il primo cittadino di Vitulano - e il
pecorino è ancora oggi un prodotto di eccellenza della nostra
area. La Sagra è un'occasione per dare visibilità ai progetti di
valorizzazione; le istituzioni sono vicine agli operatori anche
in una logica di rete con altri partners". Dal canto uso la
preside Gramazio ha rilevato: "Puntiamo su una immagine nuova
dell'Alberghiero anche all'esterno. La direttrice è che oltre
alla cultura dell'accoglienza occorre quella della
valorizzazione delle tipicità per la realizzazione della
degustazione finale. La scuola va legata sempre più al
territorio".
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