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Pompei, in scena antichità delle radici e della cultura del vino

Pompei, in scena antichità delle radici e della cultura del vino

Aziende e istituzioni per valorizzazione produzioni tipiche

NAPOLI, 30 giugno 2024, 15:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Vivere e far rivivere l'antichità delle radici e della cultura del vino: a Pompei il vino e il cibo ritrovano il luogo ideale raccontato per millenni dalla storia tangibile del Parco Archeologico, tra le testimonianze della coltivazione della vite, della produzione del vino, dell'olio e degli orti. Con questo obiettivo si è svolto l'evento di valorizzazione che ha presentato a circa 500 visitatori 48 aziende, consorzi e istituzioni una selezione di vini di eccellenza, dalla rappresentanza campana a prodotti del Lazio, della Valle d'Aosta, del Piemonte e friulani ma anche di territori come il Sinis in Sardegna con la Vernaccia ed il Vermentino. Sguardo internazionale con le masterclass condotte dal docente Ais Guido Invernizzi e da Ais Campania, un viaggio simbolico per celebrare le antiche rotte del vino della Georgia, Moldavia, Grecia, Cipro e Armenia, l'area da dove ha avuto origine la prima rudimentale vitivinicoltura.
    "Non abbiamo bisogno di storytelling perché abbiamo 'la storia antica', quella vera come valore intrinseco della vitivinicoltura, del buon cibo e della cultura che contiene da secoli tutta da raccontare e vivere in un luogo fortemente evocativo e ricco di spunti ben oltre un'idea museale statica" spiega Dante Stefano Del Vecchio curatore dell'evento. Le aziende hanno raccolto le sollecitazioni di una manifestazione che ha messo insieme archeologia, arte, cultura, cucina e vino locali in un confronto con altre realtà nazionali ed internazionali, un programma che ha offerto approfondimenti tematici che, oggi, è stato sottolineato, "impongono riflessioni attente, come quelle del professore Vittorino Novello con la sua visione scientifica dentro cui definisce il valore della 'sostenibilità', non uno slogan di mera pubblicità commerciale, ma come programma di sviluppo dell'impresa, di tutela dell'ambiente e di gestione oculata delle risorse energetiche e idriche". Un continuo oscillare tra l'attualità di una agricoltura in continua trasformazione tra innovazione ed uso delle tecnologie ed i suoi riferimenti all'antichità come un'altra produzione simbolo del buon cibo: l'olio. Kostas Liris, da Atene, ha ricordato come Grecia, Mediterraneo e Italia, siano saldamente intrecciate dalla tradizione millenaria nella produzione di olio d'oliva, dal suo simbolismo carico di sacralità dato dal suo albero, e ancora del grano, della vite e del vino. Nel corso dell'evento, alcuni spunti di archeologia di circa 3.500 anni fa, sono stati riportati negli interventi di Laura Deligia e Marco Delogu, archeologi che hanno richiamato la recente scoperta dei Giganti di Mont'E Prama e i ritrovamenti di importanti tracce di vino.
    L'associazione sommelier Ais Campania ha premiato Pasquale Esposito, miglior sommelier della Campania eletto davanti al presidente nazionale Alessandro Camilli e della regione Tommaso Luongo; spazio anche alla premiazione dei migliori vini della Campania con le "Quattro Viti", riconoscimento che viene assegnato dalla "Guida Vini Ais". In scena insieme con vino e olio, le degustazioni di piatti del Sinis con riso, fregola e bottarga, interpretazioni gastronomiche della tradizione sarda realizzate da Antonio Tubelli e Gilormo Di Fusco, poi i "lapilli" di Vincenzo Del Sorbo di Pompei ed il suo pane cristallizzato. Una cucina regionale che ripropone i sapori tradizionali e che vuole esaltare la specificità della materia prima dei territori di provenienza. Infine, la pizza di Salvatore Salvo, Antonio Della Volpe, Alessandro Lo Stocco e Gino Sorbillo. Ospiti Fausto Arrighi, già direttore Guida Michelin e Licia Granello, scrittrice e giornalista di cibo.
    "Una seconda edizione che ha visto crescere l'adesione di molte aziende e consorzi di tutela, per vivere e far vivere nel Parco Archeologico di Pompei la storia del vino e del cibo. Per il futuro della terza edizione, svilupperemo nuove idee per mettere al centro le imprese ed i territori in una visione possibilmente internazionale" commenta Dante Stefano Del Vecchio.
   

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