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Nel vigneto tavolo con 'cruderie' di mare per bere 'vini eroici'

Nel vigneto tavolo con 'cruderie' di mare per bere 'vini eroici'

Michele Scotto Lavina, a Monte di Procida microcosmo di identità

NAPOLI, 03 luglio 2024, 09:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel vigneto un tavolo di legno di 18 metri che ospita 'cruderie' di mare come carpacci e tartare, salumi come salsicce e prosciutto di tonno, girello di pesce spada: da poco meno di un mese, a picco sul mare, è l'ultima proposta di Lavinum Wine Resort, a Monte di Procida (Napoli). Un modo - spiega Michele Scotto Lavina, 55 anni, che col fratello 48enne Mario, si misura da qualche tempo nella sfida di ritrovare sapori autentici - "per tentare di offrire percorsi originali ai visitatori". Una strada tracciata 7 anni fa circa dal punto di vista agricolo e da poco più di due anni e mezzo per la ristorazione (un centinaio di posti) e l'accoglienza.
    L'azienda parte dall'antica cantina restaurata dopo un lungo periodo di oblio, ritornata nel suo splendore, nella tipica struttura flegrea. 'Viticoltura eroica' sui terrazzamenti ripidi e stretti dove vengono prodotti Falanghina, Biancolella e Piedirosso per vini vulcanici. Wine Experience ogni sabato, con percorso guidato tra i vigneti sul cratere spento di Torregaveta, per conoscere la storia di questo cellaio, approfondire la conoscenza delle tecniche di viticoltura e la natura geologica dei suoli vulcanici. Sosta sulla 'Summa Cavea' con aperitivo con i vini Lavinum, poi discesa a valle e il programma continua proponendo due opzioni: sosta sulla terrazza panoramica sospesa tra la vigna Biancolella e il mare, con degustazione di tapas preparate dallo chef Christian Guida, in abbinamento ai vini Lavinum; sosta ai tavoli del dehor panoramico con menù degustazione dei piatti di Guida.
    "Lavinum è un microcosmo con più identità che convivono in armonia - spiegano gli imprenditori - è soprattutto una storia di felice rinascita. In origine è stata una struttura rurale dell'Ottocento, un cellaio tipico dei Campi Flegrei, incastrato nel tufo giallo del cratere spento di Torregaveta, sull'alto costone adagiato sulla spiaggia di Acquamorta. Progettata per la vitivinicoltura". Caduta nell'oblio per la sua posizione difficile. I fratelli Scotto Lavina, armatori di Monte di Procida, se ne sono innamorati fino al punto di progettare la rinascita del luogo. Nel 2018 partono i lavori di recupero dei terrazzamenti che accolgono i vigneti, ripidi e difficili da lavorare. Si avvia anche il restauro della struttura in tufo, incastrata nella collina. "Oggi Lavinum è un progetto di vita che assorbe ogni energia, un wine resort flegreo - aggiunge Michele Scotto Lavina - con vista sulla costa di Monte di Procida, sui laghi vulcanici del Fusaro e di Lucrino. Terre ardenti, forgiate dai vulcani che con la loro furia le hanno modellate". Lavinum oggi vuol dire tre ettari fra vigneto, orto e una cinquantina di alberi di olivo (andranno in produzione fra qualche anno).
    Nel grande cellaio dell'antica casa cantina ci sono le due sale del ristorante. In cucina c'è il giovane chef, classe 1990.
    I suoi piatti mettono insieme le più identità del territorio flegreo, i prodotti del mare, l'orto e quella degli animali da cortile. Tra questi un classico sono i bucatini al ragù di coniglio e le pennacce alla genovese. Con la bella stagione la cucina di mare prende il sopravvento. L'arte bianca e le lievitazioni sono un'altra passione di Christian Guida. Al piano superiore vi sono quattro camere per l'ospitalità del D&B mentre al piano terra si scende qualche gradino per accedere alla cantina dove avvengono le fermentazioni e l'affinamento dei vini seguiti dalla consulenza dell'enologo Gianluca Tommaselli. Si coltivano i vitigni Falanghina, Biancolella, Piedirosso e Primitivo, a favore di quattro etichette: Jenesta, Zizzinella, e poi due rossi, uno morbido da uve Primitivo, e Fareniello il Piedirosso. Zizzinella 2023 è l'ultimo nato, frizzante 'metodo ancestrale', dall'idea di Michele Scotto Lavina che ha voluto riportare nel cellaio uno spumante ottenuto così come facevano i vignaioli che animavano questo luogo.
   

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