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Nel Parco del Vesuvio si mira all'"ospitalità sostenibile"

Nel Parco del Vesuvio si mira all'"ospitalità sostenibile"

Casa Setaro festeggia 20 anni con apertura dell'albergo diffuso

NAPOLI, 06 dicembre 2024, 19:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il fil rouge è l'esperienza: qui è possibile partecipare a speciali percorsi di degustazione di vini, con passeggiata nella vigna coltivata in biologico oppure ai 'blind tasting' dove si degusta a occhi bendati e l'ospite è trasportato dall'olfatto e dal gusto, per mettere al centro la capacità di riconoscere profumi e sapori che appartengono al Vesuvio". Così Massimo Setaro spiega, in un incontro, la 'filosofia' che lo ispira nella conduzione della sua azienda che ora fa un passo avanti. Apre, infatti, a Trecase, nel Parco Nazionale del Vesuvio, "Vigna delle Rose", albergo diffuso creato da Setaro, considerato il papà del caprettone spumantizzato, che festeggia così i primi 20 anni della sua impresa. Il nome è un omaggio alla "rosa antica di Pompei", diffusa nell'area pompeiana durante l'epoca romana.
    E per Natale lo chef Pierpaolo Giorgio propone riso carnaroli di Sibari "Magisa", cacio e pepe, verza e nduja di Spilinga, baccalà con papaccella napoletana e cece di Teano, torroncino stregato e mandorle.
    "La nostra è un'impresa agricola a chilometro zero, con orto di stagione, presidi slow food, cucina creativa, ma anche molto concreta" sottolinea ancora l'imprenditore. I piatti sono ricchi di sfumature e con percorsi di degustazioni esplorativi, che vogliono rompere gli schemi e celebrare la cucina campana e in particolare quella partenopea dove lo chef riflette nei piatti le radici campane. La tradizione è sempre presente: ragù e genovese.
    L'esperienza, si evidenzia, è immersiva, parole d'ordine: bicchiere, orto, piatto, suite. Il direttore di sala e sommelier è Valerio Coppola, abile sui vini, ma anche sulle birre e sui drink. L'albergo diffuso comprende quattro camere e una suite, fatte realizzare da Setaro nell'area circostante l'antico casolare di famiglia dove vivevano e lavoravano i suoi avi e dove è cresciuto. Il tutto in una logica di 'ospitalità sostenibile' e all'insegna della cultura contadina con i profumi delle albicocche, delle fave, dei piselli, dei pomodori, dei prodotti del Vesuvio. Nella struttura vi sono anche una piscina, un'area relax, una biblioteca, un dehor chiamato "piazza delle Rose" adibito ad anfiteatro per spettacoli e concerti, il ristorante di cucina tipica locale e la "Sala delle botti" dove degustare i vini della casa.
   

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