Alessandro Parisi fa parte di
quella nuova generazione di cuochi napoletani che, sbarcati sul
lago, sanno imprimere il colore di piatti ben eseguiti a
territori affamati di nuovi stili di cucina. Così è anche per il
lago di Como, dove il mood della cucina del Filario Hotel di
Lezzeno esce dai canoni di un classicismo ristretto (quello dei
piatti territoriali: polenta uncia, missoltini e pizzoccheri
presi in prestito dalla vicina Valtellina) per puntare deciso
sulla materia e congiunzioni conturbanti che respirano il mare
delle costiere campane, elaborati spesso con lo stile del
surf&turf (l'unione tra carne e pesce, come nell'esempio
talentuoso dei gamberi con la coppa di testa) e del cotto-crudo.
Una cucina in evoluzione, che ha fatto furore anche nella
comparazione della cena a sei mani nella cena di giovedì 14 con
gli altri "bravi ragazzi del lago di Como", insieme a due
cuochi-ospiti, Simone Carugati (La Piazzetta di Cernobbio e
Krone di St Moritz) e Stefano Binda (Texture di Mandello): tra
le portate della serata, coniglio e bietola (Binda), seppioline
all'amatriciana, raviolo di vicciola piemontese (Carugati),
piccione con scampi e porcini.
Parisi lavora al Filario da sette anni, sovrintendendone la
cucina dopo importanti esperienze a Lione, Salisburgo e Corvara
in Badia. Il Filario è uno dei due hotel che portano la firma di
Alessandro Sironi, da un anno anche ceo del centralissimo
Windsor a Laigueglia, in Liguria, dove i fornelli sono affidati
a Gianluigi Erme.
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