Non cresce solo il biologico ma
anche l'agricoltura conservativa nelle Marche. Dopo l'apertura
da parte della Regione Marche di bandi sulle cosiddette
'lavorazioni minime' e sulle 'cover crops', gli agricoltori
hanno risposto numerosi con oltre 200 domande di finanziamento
per quasi 15mila ettari. Le prime sono operazioni di
preparazione dei campi prima delle nuove semine, che prevedono
interventi con particolari macchinari che non rovesciando il
terreno ne conserva la fertilità e le sostanze organiche,
ripristinandone le funzioni naturali; le cover crops sono invece
coltivazioni di copertura che consentono di proteggere i campi
dall'erosione e da eventi meteo violenti come quelli che le
Marche hanno vissuto negli ultimi mesi.
I due bandi regionali erano finanziati con 1,5 milioni di
euro, mentre le richieste ammontano a otto volte tanto, come
segnala Coldiretti Marche. "La Regione non si attendeva questa
partecipazione. Al momento sono arrivate domande per 11,5
milioni". Secondo la federazione regionale degli agricoltori
che conta quasi 49mila associati si tratta di dati molto
interessanti perché sottolineano "quanto gli agricoltori
marchigiani abbiano a cuore la loro terra".
Il biologico, con 121 mila ettari, supera il 25% delle
coltivazioni complessive della regione e impiega 4.200
operatori. Tra le conseguenze positive, sottolinea Coldiretti
c'è che negli ultimi 20 anni il ricorso ai fitosanitari si è
dimezzato nelle Marche. Con queste ulteriori richieste di
finanziamento si evidenzia "un'agricoltura virtuosa che è
esempio per tutto l'agroalimentare italiano e per gli altri
comparti economici".
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