Crolla il prezzo dei semi di
girasole alla borsa di Bologna, facendo registrare -73% rispetto
allo scorso anno, precipitando quasi ai livelli del 2021 (appena
+3%) e ben al di sotto dei costi di produzione che invece sono
lievitati, principalmente a causa di carburante e fertilizzanti.
Il dato emerge da un'elaborazione di Coldiretti Ascoli Fermo
preoccupata per le proprie imprese che in questi giorni stanno
terminando la raccolta del girasole.
L'olio di girasole, invece, dopo un'impennata del 94% nel
2022 (un litro d'olio sugli scaffali della grande distribuzione
passò da 1,80 euro a 3,50 euro), oggi è in vendita mediamente a
2,30 euro nei supermercati, ovvero +28% rispetto al prezzo a cui
era possibile acquistarlo prima del conflitto russo-ucraino. "I
numeri non tornano, la speculazione è evidente e non è più
tollerabile che gli unici a pagare siano sempre e solo gli
anelli estremi della filiera, gli agricoltori e i consumatori"
dice Stefano Mazzoni, presidente della Coldiretti Ascoli Fermo.
"Nelle nostre province - aggiunge - si coltivano quasi 9mila
ettari a girasole, una coltura miglioratrice perché consente
l'interruzione delle monosuccessioni di cereali, con la
possibilità di mantenere un'agricoltura a basso impatto
ambientale. Sta terminando proprio in questi giorni la raccolta
e, dai primi dati, la resa si attesterà sui 20 quintali per
ettaro (inferiore al 2022), ma il punto è che le speculazioni
hanno fatto crollare il prezzo in campagna al di sotto dei costi
di produzione, mentre il trend non è lo stesso sui prezzi a
scaffale". Secondo il presidente di Coldiretti Ascoli Fermo "è
necessario continuare a lavorare agli accordi di filiera, come
quello siglato da Coldiretti con Olitalia, incrementandone i
quantitativi e a strumenti di monitoraggio e trasparenza delle
importazioni e dei prezzi, come la Cun del grano duro sulla cui
ripartenza c'è stato nei giorni scorsi l'impegno del Ministero
dell'agricoltura e della Sovranità alimentare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA