Meno grano duro e più mais, con
interrogativi sulla soia. Sono le previsioni di semina del 2025
in Veneto, alla luce dell'andamento della scorsa stagione e del
meteo, espresse da Chiara Dossi, presidente del settore Cereali
alimentari di Confagricoltura Veneto.
"Quest'anno - afferma Dossi - è prevista una forte
diminuzione del grano duro, dato che è calato il valore delle
produzioni e che l'anno scorso il cereale ha subito un forte
calo delle rese. Non ci ha aiutato il meteo, con le copiose
piogge autunnali che hanno reso difficile sia la lavorazione dei
terreni, sia le semine. Anche altri cereali autunno-vernini,
come l'orzo, hanno risentito della situazione e di conseguenza
potrebbero subire un ribasso in termini quantitativi. A parte
questa incognita, l'orzo sulla carta potrebbe restare sui
livelli del 2024, in quanto ha minori costi di produzione e
offre la possibilità di effettuare un secondo raccolto. Anche
per il grano tenero le prospettive sono migliori rispetto a
quello duro. Sulla soia invece il punto di domanda è d'obbligo,
dato che stiamo già assistendo al primo effetto dell'accordo
Mercosur, vale a dire l'arrivo di tantissimo prodotto dai Paesi
sudamericani. Il che si traduce - sottolinea - in prezzi in calo
e di conseguenza in una diminuzione di interesse per la coltura
da parte dei nostri produttori".
Per quanto riguarda il mais, che negli ultimi anni aveva
accusato crisi a causa della siccità e delle fitopatie, per
Dossi "il cereale è un prodotto richiesto dal mercato e il trend
sembra favorevole. Inoltre le misure agroambientali prevedono
premi per la coltura, e questo potrebbe incentivare le semine.
La superficie investita in Veneto nella scorsa stagione è stata
di oltre 120.000 ettari, che vede la regione sul più alto
gradino del podio in Italia per produzione di mais. Per tutte le
province, da Venezia a Padova, passando per Rovigo e Verona, si
tratta dunque di un cereale importante che, meteo permettendo,
potrà dare ancora soddisfazioni", conclude.
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