Dal leader di Slow Food è arrivata l'esortazione ad agire in prima persona: "Dobbiamo prendere atto che la politica planetaria non sta affrontando la crisi del sistema alimentare, perciò è tempo di concepire i cambiamenti individuali come atti politici. Penso, ad esempio, a rinunciare agli alimenti ultraprocessati, a scegliere quelli di stagione e locali e a ridurre al consumo di carne: l'eccedenza delle proteine animali nelle diete occidentali è fuori da ogni logica e incide moltissimo sulle emissioni di Co2 e provoca il depauperamento delle acque" utilizzate per l'allevamento. "Nessuno fa una piega - ha concluso Petrini - ma noi possiamo cambiare personalmente questo stato delle cose. La transizione dalle proteine animali a quelle vegetali è un atto di liberazione e di salute: ridurre il consumo carne è salutistico e dà anche soddisfazione gastronomica".
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