Salviamo i prati stabili,
"perfetto equilibrio tra natura ed essere umani", i pascoli e i
pastori. È il manifesto, messo a punto da oltre 30 tra Enti di
ricerca e organizzazioni della società civile italiana,
presentato a Cheese, la rassegna internazionale sui formaggi a
latte crudo che si tiene fino al 18 settembre a Bra (Cuneo).
Il documento è stato consegnato al ministro dell'Agricoltura,
della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco
Lollobrigida, al presidente delle Regione Piemonte, Alberto
Cirio, e alle altre istituzioni presenti a Bra. "L'adesione è
aperta a tutti: istituzioni, associazioni, aziende private, ma
anche singoli individui".
"Slow Food - spiega la presidente Barbara Nappini - si
impegna a mappare i prati stabili italiani e a fornire ai
consumatori gli strumenti per riconoscere i prodotti che ne
derivano. Alle istituzioni chiediamo di rendere accessibili i
pascoli ai giovani, migliorando i servizi nelle aree interne,
agevolando il loro lavoro"
I prati stabili "riflettono il perfetto equilibrio tra
natura ed esseri umani, tra rispetto dell'ambiente e produzione,
sono importanti serbatoi di carbonio, oasi di biodiversità,
argini al dissesto idrogeologico, - sottolinea Slow Food - ma
stanno scomparendo, in montagna per l'avanzare del bosco e in
pianura per la cementificazione e l'agricoltura intensiva. Non
sono arati, seminati, non sono trattati con la chimica di
sintesi, ma non sono neppure selvatici. Non possono essere
abbandonati, devono essere gestiti, richiedono attenzione e
competenza".
La politica ha il dovere di sostenere chi lavora bene, questo
il messaggio del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini. I
comportamenti virtuosi, dice Petrini "devono essere retribuiti
in modo equo. Non si può più parlare di qualità senza pagarla,
ripetere che siamo i migliori del mondo e giocare invece al
ribasso. Il diritto alla qualità spetta a tutti, ma abbiamo il
dovere di riconoscere il giusto valore, perché il lavoro che
fanno i pastori, in primis, di cura dell'ecosistema e di
rivitalizzazione delle zone impropriamente dette marginali, non
ha prezzo".
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