"Da un punto di vista politico ci
confronteremo con la scienza e col mondo produttivo e troveremo
la migliore soluzione per non perdere quello che abbiamo in nome
di quello non abbiamo". Nel dibattito in corso a Vinitaly 2024
sulle produzioni dealcolate il ministro dell'Agricoltura,
Sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida
concludendo i lavori a Veronafiere, spiega che dal punto di
vista semantico ma anche commerciale, secondo Lollobrigida "gli
italiani hanno una lingua bellissima, con definizioni su ogni
cosa e non serve usare la stessa parola per individuare due
prodotti differenti o sfruttare un prodotto che fa da traino per
valorizzare nel mercato una bevanda che probabilmente non
avrebbe la forza di affermarsi. Dico quindi che il dealcolato ha
un possibile spazio importante di mercato, ma non c'è bisogno di
chiamarlo come un prodotto che ha successo ed è identitario da
cinquemila anni". "Io ho una certezza che sul vino tradizionale
siamo una eccellenza. E il vino da cinquemila anni è frutto
della natura e del lavoro dell'uomo con un percorso naturale che
pone l'alcol, in quantità che va dal 4 al 20 per cento, come
stabilizzatore di questa produzione. Dopodiché non è necessario
chiamare vino una cosa che è fatta diversamente. Ma questo è un
parere personale", ha precisato il ministro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA