Anche nel 2016 avremo il prosecco biologico. L'Aiab smentisce le voci diffuse da alcuni giornali, di mancata produzione causata dalle particolari condizioni meteo e dagli attacchi dei parassiti. "Dai giornali del trevigiano - dice Stefano Bianchi, presidente di Aiab Veneto - apprendiamo che quest'anno non ci sarà prosecco bio causa meteo. Da decenni siamo in costante contatto con diversi produttori biologici della zona e queste voci ci sorprendono non poco. Nonostante le condizioni meteo particolarmente difficili, infatti, i vigneti bio sono ancora tutti lì, produttivi come sempre" "Questo 2016 - sottolinea Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab - è stato particolarmente difficile, non solo nel Trevigiano, ma in tutta Europa, come ci testimoniano i produttori tedeschi, che hanno richiesto lo stato di calamità (che per il bio potrebbe comportare l'autorizzazione ad aumentare la quantità di rame utilizzato, ma sempre mantenendo il massimale stabilito per il bio dall'Ue) e i vignaioli bio francesi. Ma non è la prima annata difficile. Nel 2014 è stato anche peggio e nessuno di loro ha mai preso in considerazione l'ipotesi di abbandonare la produzione biologica. Una cosa è certa però: per gestire un vigneto bio nelle annate difficili, sono necessarie ancora più esperienza, conoscenza e capacità. Qualità che i produttori biologici, nella maggioranza dei casi, posseggono".
"Riguardo alla flavescenza dorata - aggiunge Vizioli - c'è da dire che questi ultimi effettuano i trattamenti con il piretro naturale e sono particolarmente attenti al momento e alle modalità di intervento, oltre che a tutte le misure preventive e di sistema. Il metodo è sperimentato da decenni e i risultati si vedono".
"Forse - dice ancora Stefano Bianchi - chi si è da poco avvicinato al metodo biologico, e quindi non ha ancora maturato l'esperienza necessaria, sta rivalutando la scelta, ma solo se questa è stata compiuta con troppa leggerezza, magari lasciandosi allettare dai contributi del PSR e sottovalutando gli aspetti tecnici. Alcuni dei nuovi arrivati, i meno preparati o quelli nelle aree meno vocate, potranno ritornare sui propri passi, ma ciò costruisce esperienza, proprio quella che a loro è mancata, insieme alla consulenza che Enti pubblici senza più fondi e associazioni di categoria hanno dimenticato di fornire al momento della scelta del bio e ora nel gestire le difficoltà, concentrandosi solo sulle domande di contributo".
"Ci spiacerebbe pensare - conclude Bianchi - che l'ennesimo attacco al biologico sia finalizzato a minare il dialogo tra tutte le componenti sociali del territorio, che invece si sta consolidando, anche grazie al lungimirante intervento del Prefetto di Treviso. Vorremmo invece bio-brindare (e lo faremo anche con il prosecco bio del 2016) alla nascita del Biodistretto, contando sull'importante esperienza e la conoscenza dei tanti tecnici, viticoltori e ricercatori della zona, e senza timori di affrontare le annate difficili e il comportamento, sempre più complicato da prevedere, di peronospora, botrite, cicaline, mal dell'esca e anche flavescenza dorata. Se c'è una cosa da fare è aumentare la conoscenza e condividere le esperienze, non certo diffondere infondati allarmismi".
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